A Mirafiori Sud, nei pressi del Parco
Colonnetti e all'interno dell'area del Consiglio Nazionale delle
Ricerche, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha ampliato i
propri spazi con S-LAB, un edificio in cui saranno prodotti
macchinari e strumentazioni di precisione usati per i suoi
esperimenti. Il progetto del nuovo edificio è di ELASTICOFarm,
studio d'architettura fondato a Chieri (TO) da Stefano Pujatti, Alberto
Del Maschio e Sara dal Gallo, e riprende alcuni dei temi cari al loro
lavoro, dallo studio dei volumi al calcestruzzo colorato.
L'aspetto
non è quello del classico capannone industriale, grazie al gioco dei
volumi, che si muovono sulle diverse facciate, proiettandosi verso
l'esterno, e grazie all'insolito e gradevole effetto cromatico dei
tamponamenti, una nota dai toni delicati, inaspettata per questa zona
di Torino e per la funzione dell'edificio. In questo modo gli
architetti mantengono anche il legame con le costruzioni già
esistenti, pur avendo il nuovo padiglione un'identità propria e
molto diversa, rispettandone proporzioni e volumetrie.
Ma non è solo questo. Lo S-LAB si propone come un'architettura innovativa, che ama giocare con la funzione a cui è chiamata:
"Alcuni dei pannelli di calcestruzzo con i quali è costruito
l'edificio contengono un'anima parlante che si rivela solo con
precise condizioni di umidità dell'aria; un esperimento, sulla
pelle di un edificio nato per la sperimentazione. Il risultato è un
edificio innovativo, simbolo e rappresentazione di una nuova
concezione degli edifici produttivi, trasformati in spazi della
creatività e della condivisione, anche attraverso una distribuzione
planimetrica che individua al suo interno cortili e patii"
spiega il comunicato di ELASTICOFarm.

I volumi diversi indicano
anche le diverse funzioni: dalla grande aula dell’officina ai più
compatti spazi per i laboratori, agli uffici e alle aree di servizio. Il rapporto interno-esterno è stato organizzato in zone:
"L'accesso con la quinta alberata, il cortile di ingresso, il
patio, il verde a sud su cui si affaccia il refettorio, la zona
tecnica di servizio a est".

"L'edificio è progettato per
contenere al minimo i consumi energetici e sfruttare le energie
rinnovabili" dicono ancora gli architetti "Gli impianti
presentano un alto contenuto tecnologico per rispondere alle esigenze
della ricerca, che richiede laboratori con caratteristiche molto
differenti tra loro, dalle officine meccaniche fino agli ambienti a
atmosfera controllata". Un intervento bello e innovativo, nei
pressi di uno dei polmoni verdi della Torino meridionale, in un'area
che sta facendo del suo rapporto con il verde e con la sostenibilità
uno dei suoi elementi identificativi e che ha nell'area del Consiglio
Nazionale delle Ricerche uno dei gioielli più preziosi.
Le foto sono di Anna Positano, Gaia Cambiaggi - Studio Campo
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