Qualche giorno fa ho
visitato il Giardino Medievale di Palazzo Madama, uno dei luoghi
verdi più belli del centro di Torino, ricostruito una decina di anni fa. Si
trova nel fossato dell'antica fortezza degli Acaja e riproduce l'idea
di giardino del Quattrocento, seguendo le indicazioni dei documenti
dell'epoca. In queste settimane è ovviamente in gran parte spoglio,
ma è altamente consigliabile lo stesso, per il senso di relax e
lentezza che trasmette e per come sa trasmettere il ritmo sensato
delle stagioni. Mentre guardavo il riposo della natura pensavo a
quanto sia sbagliato associare l'inverno alla fine della vita e a
quanto sarebbe più giusto legarlo a una gravidanza, che alla vita
prepara (l'inverno è la stagione in cui i giorni si allungano e
sotto la terra i semi lavorano per i futuri germogli).
Mi piace
tornare spesso a visitare questo giardino e mi piace sempre cercare
nuove informazioni sulla sua ricostruzione. Tre le diverse aree in
cui si sviluppò: il giardino del principe (
Iardinum domini) e l'orto
(
Hortus), legate alla fortezza, e una nei suoi dintorni, forse
composta da campi, frutteti, vigneti e attività artigianali
(
Viridarium). Questi tre spazi sono stati ricostruiti nel fossato
di Palazzo Madama, con un minuzioso studio delle fonti, per scoprire
come fossero i giardini del Quattrocento, da Ludovico d'Acaja ai
primi Duchi di Savoia. Sul sito di Palazzo Madama, ho trovato
un
bell'articolo firmato da Edoardo Santoro, curatore botanico del giardino, che, tra le varie
cose, racconta come sono state scelte le piante che lo compongono.
Tra i documenti analizzati, anche i conti della Vicaria e della
Clavaria, in cui si sono trovati i conti per alcune piante acquistate
sotto Amedeo VIII: "Rose, viti e more per coprire le pergole,
ciliegi e susini nel frutteto, porri e spinaci nell'orto,
maggiorana e menta nei vasi e addirittura una palma da datteri e un
ulivo voluti da Amedeo VIII". "Non ci sono molti altri
riferimenti a specie vegetali" scrive Santoro "e
ciò è riconducibile a due fattori: il primo è che molte specie
selvatiche crescevano spontanee nei possedimenti e negli ambienti
naturali del territorio e dunque si trattava di raccogliere e nel
caso coltivare piante ampiamente disponibili; il secondo è legato al
fatto che il capo giardiniere (
hortolano domini) e gli agricoltori
coltivavano e reperivano piante nell'ambito dei loro incarichi,
dunque le poche piante citate sono certamente relative ad acquisti
significativi o a piante non facilmente reperibili".
Non solo
i rendiconti delle spese, però, hanno disegnato i giardini, ma anche
libri e disegni dell'epoca, come il
De Ruralia Commodorum di Piero
De' Crescenzi, del 1304 o le cornici miniate del libro di preghiere
di Anna di Bretagna di Jean Bourdichon, del 1503. Dal primo, il
suggerimento di diverse piante alimentari e medicinali e le
informazioni sulle tecniche di coltivazione, che "consente di
applicare e riproporre tecniche antiche di fertilizzazione, gestione
del suolo e in generale di manutenzione delle piante". Viti,
alberi da frutto come cocomeri e meloni, "non ancora così noti
all'epoca", cereali e legumi, tra le piante più citate.
"Bourdichon ci restituisce invece, attraverso minuziose
raffigurazioni botaniche, una panoramica della flora dell'epoca,
non solo selvatica, che include anche le prime piante ornamentali
importante da Asia e Nord Africa come la rosa di Damasco (
Rosa
damascena), il giglio di San Antonio (
Lilium candidum), il garofano
dei poeti (
Dianthus barbatus), oltre a trecento specie magistralmente
rappresentate dal punto di vista botanico" si legge ancora
nell'articolo.
La realizzazione e l'apertura al pubblico del
Giardino Medievale non significa che il progetto si sia concluso e
non continui il lavoro di arricchimento e perfezionamento. "Ancora
oggi prosegue il reperimento di sementi o giovani piante in natura,
oltre che con l’aiuto di vivai specializzati. Grazie a questi studi
e a un lungo percorso di coltivazione e attecchimento, in giardino
prosperano specie poco comuni da vedere in natura e certamente
difficili da ammirare in giardino. Alcuni esempi significativi sono
Allium triquetrum,
Alliun narcissiflorum,
Symphytum officinale,
Agrimonia eupatoria e
Tanacetum parthenium" scrive Santoro.
Un Giardino Medievale che è un'oasi nel cuore di piazza Castello
e che è un tesoro di informazioni sulla cultura medievale.
Inseritelo nei vostri itinerari turistici in giro per Torino, vale la
pena in ogni stagione.
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