La Palazzina di Caccia di
Stupinigi è il progetto bandiera presentato dalla Regione Piemonte
per ricevere i fondi del PNRR destinati al recupero dei borghi. È una delle residenze sabaude più belle, probabilmente la mia
preferita, con quella danza di maniche concave e convesse, che
accompagnano fino al salone centrale, con quell'asse prospettico che
parte da Torino e si perde poi nell'orizzonte chiuso dalle Alpi, dopo
aver definito simmetricamente lo sviluppo del complesso. Da tempo
questa Residenza, nella prima cintura meridionale di Torino, meritava
un rilancio e il piano Stupinigi 2030, presentato
dalla Regione, è piuttosto ambizioso.
I poderi e le maniche, che da via Torino portano verso la Palazzina,
incorniciandone la prospettiva, e che un tempo erano abitate da chi
per la Palazzina lavorava, saranno restaurate e riqualificate. Qui
troveranno posto diverse attività, in gran parte, molto
probabilmente, legate all'adiacente Parco di Stupinigi: artigianato,
prodotti delle cascine, ristorazione. In uno degli edifici potrebbe
esserci anche uno spazio ricettivo, appartamenti turistici e/o
albergo. Si parla anche di un polo biologico, che valorizzerebbe le
attività nel Parco. Perché la grande forza di Stupinigi, rispetto
ad altre residenze sabaude che sono state oggetto di profondi
restauri e riqualificazioni, si pensi alla Reggia di Venaria Reale, è
la presenza del suo magnifico Parco, che non si riesce ancora a
valorizzare e a far intendere come parte della Palazzina, nonostante
gli sforzi fatti finora.
Dove un tempo i sovrani sabaudi andavano
a caccia, seguendo gli antichi sentieri, oggi c'è un ecosistema in
cui convivono cascine, con campi coltivati e allevamenti, piccole
strutture ricettive, animali selvatici che continuano a percorrere le
antiche rotte; il tutto nel paesaggio straordinario delle vicine Alpi
e delle apparizioni barocche della Palazzina. Riuscire a far
comprendere culturalmente e turisticamente che Stupinigi è un'unica
grande area e che non è comprensibile il valore della Palazzina
senza il suo parco, sarebbe un bel passo avanti. Ben venga dunque, la rivitalizzazione del borgo intorno a Stupinigi, per valorizzare questo splendido
unicum sabaudo
, a sud di Torino.
L'investimento
richiesto è di 25 milioni di euro, 20 arriverebbero con il PNRR,
altri dai fondi europei di sviluppo regionale. L'ambizione della
Regione Piemonte è trasformare la residenza juvarriana in una grande
Venaria Reale del sud, un polo d'attrazione
turistica e culturale, con attività proprie, capaci di generare
valore aggiunto e di portare a Torino (e a Nichelino, non bisogna
dimenticare il Comune che ospita la Palazzina) nuovi visitatori,
appositamente arrivati. Sarebbe un turismo diverso, rispetto a
Venaria, dove i magnifici giardini sono stati reinventati, con studi
filologici, potrebbe puntare di più sullo stretto legame tra la
Palazzina e la natura circostante, servendosi della nuova sensibilità
per la cura dell'ambiente.
Certo, e questo è un punto su cui non
mi stancherò di insistere, niente di tutto questo avrebbe un senso
senza trasporti pubblici adeguati. Oggi la Palazzina di Caccia di Stupinigi è
praticamente irraggiungibile dal centro di Torino. Bisogna prendere
le linee 4 o 10, che da Porta Nuova e da Porta Susa convergono in
piazza Caio Mario e da qui prendere il 41, linea suburbana che passa
davanti alla Palazzina, fa capolinea a Borgaretto e torna a Torino, senza passare nuovamente davanti a Stupinigi.
Immaginate
un turista arrivato in aereo o in treno, che rimane a Torino per un weekend. Lo
vedete fare il capolinea a Borgaretto, dopo aver visitato la
Palazzina, per poter tornare a Torino? Nello stato attuale dei trasporti, per
il turista del weekend è più facile mettersi in treno e arrivare
comodamente al Castello di Racconigi (sì, Racconigi è più vicina
di Stupinigi, considerando i collegamenti di cui sono dotate). Non
serve a niente, insomma, valorizzare e potenziare la bellezza delle
Residenze Sabaude, se poi non sono collegate in modo dignitoso alla
città per la quale sono nate.
Stupinigi 2030 è il
progetto bandiera presentato dalla Regione Piemonte nell'ambito del
PNRR, che richiede a ogni regione un borgo da "salvare". È
il progetto giusto? Ci sono malcontenti e polemiche da parte dei
borghi "veri", soprattutto di montagna, che sottolineano
come i fondi richiesti per il recupero di Stupinigi e dei suoi
dintorni avrebbero permesso di rivitalizzare intere aree, garantendo
servizi e infrastrutture contro lo spopolamento. Giusto ascoltare
anche queste voci e non dimenticare come le valli piemontesi abbiano
bisogno di progetti sostenibili e a lungo termine, per difendere
culture e paesaggi. E bisogna ricordare che non esiste sviluppo per
un Paese, se non è garantita l'uguaglianza di servizi e
infrastrutture al suo territorio. Su
iltorinese.it,
un articolo interessante, che spiega il punto di vista delle montagne.
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