Valeria Eva Rossi, nata a Carrara, 53 anni, laureata in Architettura, architetta e designer
Foto di Davide Furia
Sono arrivati a Torino per scelte sentimentali, familiari, professionali o magari perché un giorno ci sono passati, se ne sono innamorati e hanno fatto di tutto per non andare via. Il loro sguardo racconta aspetti della città che chi è nato e vissuto qui non vede, magari per abitudine, e offre muovi stimoli e nuovi suggerimenti (vedrete, mano a mano, diversi fili conduttori, nelle loro parole). Sono i TorineSÌ per scelta, quelli che hanno lasciato le loro zone comfort per aprire una nuova pagina di vita in città.
E grazie a tutti loro per il tempo, lo sguardo, le idee sulla Torino che vedono e quella che potrebbe essere.
- Quando e perché ha scelto Torino? La
prima immagine e la prima impressione della città, all'arrivo.
È
Torino che ha scelto me. Sono arrivata a Torino dopo la laurea in
Architettura, conseguita a Firenze. Diedi a Torino l'Esame di Stato
e iniziai qui la professione. Ho trovato da subito delle similitudini
con le città francesi, i palazzi storici con le mansarde e i viali
alberati, questo mi è piaciuto molto. Credo sia stata la prima
immagine e la anche la prima impressione, ripensandoci dopo diversi
anni. Ancora oggi è una delle caratteristiche della città che
prediligo.
- Cosa vorrebbe avesse Torino della
sua città d'origine e, viceversa, cosa la sua città d'origine
dovrebbe avere di Torino
Ricordo, che al tempo, mi mancava il
mare. Credo che avrei voluto vedere il mare a Torino, almeno di tanto
in tanto. Il fiume è un’altra cosa. Una Torino, surreale con il
mare, questa era allora la mia visione ideale. Qualcosa di Carrara che porterei a Torino, per esteso dalla Toscana,
senza dubbio la tradizione gastronomica. Confesso di non amare la
cucina piemontese, ma in città vi è una vasta scelta di proposte
culinarie per ogni gusto.
- Una cosa che non avrebbe mai detto
di Torino e che l'ha piacevolmente sorpresa, vivendoci; e invece la
conferma, positiva o negativa, di un'idea che aveva già della
città
Mi hanno sorpresa i Musei torinesi, non conoscendola sapevo
sicuramente dell'Egizio, ma ignoravo che ve ne fossero molti,
diversi nelle proposte artistico/culturali, importanti e bellissimi.
È stata una scoperta piacevole che non smette mai di stupirmi.
Mi
avevano accennato che Torino non era Firenze, che avrei trovato un
clima più rigido, non solo per il meteo, meno divertente e
divertito. Devo dire che in parte è stato così. La 'riservatezza' dei torinesi credo sia un dato di fatto
- Il posto in cui ha iniziato a
capire Torino, da consigliare anche a chi visita la città
Non
c'è un posto in particolare, a Torino passeggiando per il centro
s'incrociano scorci bellissimi. La dimensione umana del centro
storico, di tutti i centri storici delle città, è uno spazio che
vivifica i sensi: la vista, per la bellezza delle architetture dei
palazzi, delle piazze, delle strade; l'olfatto per i profumi che
emanano i locali storici, i giardini; il tatto, si hanno a portata di
mano monumenti e muri antichi che ci tramandano la storia del nostro
paese e degli uomini che li hanno abitati. Infine, il gusto, quando
assapori il bicerin alla Consolata o qualche pasticcino in uno
dei molti bar o pasticcerie storiche. Si, amo molto passeggiare per
il centro storico e ogni volta scopro qualche particolare nuovo e
interessante. A chi non conosce la città, consiglio una visita di
qualche giorno per scoprirne la bellezza autentica.
- Tre cose da cui Torino può
ripartire dopo la crisi di questi anni e dopo la pandemia
Credo
che Torino debba investire sulla proposta culturale, arte, cinema,
teatro, libri, etc. I 'contenitori' ci sono e sono di tutto
rispetto, bisogna far circolare le idee, investire in maniera seria e
professionale. Il settore culturale si sposa con quello turistico
ricettivo, esistono realtà interessantissime a Torino, in cui ogni
turista amerebbe soggiornare. Non essendo un'economista non ho gli
strumenti per delle indicazioni valide per far ripartire la città,
che senza dubbio, per la pandemia e non solo, si è spenta,
adagiata su sé stessa, in un immobilismo preoccupante. Intendo
essere fiduciosa per il futuro, la bellezza di Torino e il suo
patrimonio storico-culturale meritano interventi urgenti e importanti
per restituirgli i giusti riconoscimenti e permettere di superare
brillantemente lo stallo degli ultimi anni.
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