Torino
città del cioccolato e del caffè, chi non lo sa? Ci sono
le Merende Reali, che nei weekend di tutto il 2015 ricordano la passione
torinese per queste bevande. E ci sono anche
due belle mostre che
raccontano gli
oggetti indispensabili al rito, le tazze e le
porcellane. Il
Museo Accorsi-Ometto ospita
Fascino e splendore della
porcellana di Torino fino al
28 giugno 2015; a
Palazzo Madama potete
visitare
Il mondo in una tazza. Storia di porcellana fino al
19
aprile 2015.
La porcellana è arrivata in Europa, importata dalla
Cina, intorno al
XIII secolo, grazie ai grandi viaggiatori come
Marco
Polo. Per tutto il Rinascimento, in molte corti europee si è cercato
di scoprire
i segreti delle raffinate porcellane, così leggere e
resistenti, e dei loro disegni lucenti. Ma è stato solo
nel 1708,
che
Johann Friedrich Bóttger, quasi sequestrato dall'Elettore
Augusto di Sassonia per venire finalmente a capo dei segreti cinesi,
scopre che nel composto utilizzato in Estremo Oriente c'è il
caulino, un materiale che resiste alle altissime temperature della
cottura, donando
resistenza e lucentezza al materiale. Nel
1710, a
Meissen, è entrata in attività la
Königlich-Polnische
und Kurfürstlich-Sächsische Porzellan-Manufaktur
(Reale manifattura di porcellane di Polonia e Sassonia); lo
spionaggio industriale era attivo già allora ed è Vienna ad
assicurarsi i segreti della corte sassone e ad aprire un'altra
Manifattura di porcellana. La
prima fabbrica italiana è a
Venezia,
all'inizio degli anni 20. Pochi anni dopo tocca a Torino, che il
Trattato di Utrecht ha trasformato in capitale di un Regno, quello di
Sicilia (poi diventato di Sardegna) e non più solo di un Ducato.
Al Museo Accorsi-Ometto Fascino e
splendore della porcellana di Torino racconta la storia di
tre delle
più importanti fabbriche piemontesi di porcellana, nate in quegli
anni. Si inizia con le produzioni della
Manifattura Rossetti,
appartenenti al conte Giacinto Roero di Guarene: l'ispirazione è
cinese, ma le tazzine, i vasi, le loro decorazioni hanno una bella
eleganza, anche messi a confronto con le inarrivabili porcellane
cinesi
Blanc de Chine. Il processo di produzione della ceramica era
molto costoso: alcuni oggetti richiedevano fino a quattro cotture,
per fissare colori e decorazioni, con tutti i rischi conseguenti. Se
anche superavano le varie fasi della lavorazione, non è detto che
fossero così perfetti da poter essere venduti agli esigenti clienti
che potevano permettersi il loro costo. Così spesso la vita delle
fabbriche di porcellana era
piuttosto breve. Nella sezione dedicata
alla
Manifattura di Vische, fondata nel 1765 dal conte Ludovico
Birago, ci sono una serie di statuine di
ispirazione francese, varie
teiere, una zuccheriera dipinta in monocromia porpora. Delle tre
manifatture della mostra, quella di
Vinovo, fondata nel 1776, è
stata la
più longeva e quella che ha ottenuto i risultati più
importanti. La sua produzione è divisa
in tre periodi, il periodo
Brodel-Hannong, che prende il nome dai fondatori, Giovanni Vittorio
Brodel, già socio del conte Birago, e Pierre Antoine Hannong, che
nel 1761 aveva venduto il segreto della porcellana dura a Sèvres;
il periodo di Vittorio Amedeo Gioanetti (1780-1815) e, infine, quello
di Giovanni Lomello, terminato nel 1822. Interi decenni di produzione
che sottolineano la
profonda influenza francese: dalle statuine di
popolani e scene allegoriche ai medaglioni di Vittorio Amedeo III e
Maria Antonietta di Borbone, dai vasi alle teiere, dai servizi da
colazione di Vittorio Amedeo III ai vasi con lo stemma sabaudo. E'
una
produzione raffinatissima, con decorazioni leggere ed eleganti,
che ricordano volentieri la scuola di Sèvres. Al termine della
mostra,
una tavola imbandita secondo il gusto settecentesco,
raffinatissima testimonianza del bon vivre dell'epoca. E, sempre al
termine della mostra, è
davvero consigliabilissimo proseguire con la
visita guidata al Museo Accorsi-Ometto, nelle cui sale sono custodite
numerose porcellane di grande effetto e fascino: una sorta di
ciliegina sulla torta per comprendere meglio come la corte sabauda e
le famiglie aristocratiche che intorno ad essa giravano non fossero
così militareschi come ce li hanno sempre raccontati.
Fascino e
splendore della porcellana di Torino segue gli
orari del Museo
Accorsi, quindi si può visitare dal martedì al venerdì
dalle 10
alle 13 e
dalle 14 alle 18 (sabato e domenica l'orario pomeridiano
arriva fino alle 19).
L'ingresso alla sola mostra costa 6 euro,
ridotto 5 euro (presentando il biglietto d’ingresso a Palazzo
Madama – Museo Civico di Arte Antica), gratuito per gli under 12, i
possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, i disabili più
un loro accompagnatore, le guide turistiche, i giornalisti con
tesserino. Ci sono
varie combinazioni di prezzi se si visita il Museo
(solo visita guidata) o se si sceglie la visita libera o guidata alla
mostra; tutte le info, su
www.fondazioneaccorsi-ometto.it.
A Palazzo Madama si parla di porcellane avendo come filo
conduttore
la tazza, sia per il cioccolato o per il caffè. Ce ne
sono per tutti i gusti e di tutte le dimensioni, con decorazioni
vistose ed altre raffinatissime. Si assiste all'evoluzione del gusto
settecentesco: le decorazioni passano dalle influenze asiatiche a una
ricerca più europea, con la riproduzione di scene mitologiche o
motivi floreali e dorati. E' davvero
una festa per gli occhi e una
testimonianza reale di quanto
i riti del cioccolato, del caffè o del
tè, tutti importati da altre tradizioni culturali, siano stati fatti propri dalla corte sabauda, con elementi di
originalità e unicità.
Anche qui, come nel Museo Accorsi, ha un ruolo di rilievo la Real
Fabbrica delle porcellane di Vinovo; oltre ad alcune delle sue
produzione, sono in mostra alcuni suoi documenti, conservati
all'Archivio di Stato di Torino, che dimostrano
quanto fosse difficile e costoso ottenere porcellane perfette; basti pensare che nel periodo della
direzione di Vittorio Amedeo Gioanetti di 5000 tazze prodotte s
olo
due terzi potevano considerarsi perfette ed essere vendute. Si
capisce, dunque, perché la vita delle fabbriche fosse
particolarmente breve.
Il mondo in una tazza, nello Spazio
Atelier di Palazzo Madama,
è aperta secondo gli orari del Palazzo
(da martedì a sabato
dalle 10 alle 18, la domenica
dalle 10 alle
19); il
prezzo del biglietto è di 10 euro, ridotto 8 euro, gratuito
per gli under 19 e per Abbonamento Musei; la riduzione è valida
anche per chi presenta in biglietteria il biglietto d'ingresso della
mostra Fascino e Splendore della porcellana di Torino del Museo
Accorsi.
Nel periodo delle mostre sia il Museo Accorsi-Ometto che
Palazzo Madama hanno preparato
una serie di iniziative.
Al Museo
Accorsi, c'è una
visita guidata alla mostra nei seguenti orari: da
martedì a venerdì, alle 11 e alle 17, sabato e domenica alle 11,
alle 17 e alle 18; il biglietto costa 8 euro, ridotto 6 euro,
Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card 3 euro.
Tre conferenze,
tutte alle ore 11, permetteranno di approfondire gli argomenti
proposti dalla mostra:
Le porcellane della Manifattura Rossetti
1737-1743 (15 marzo 2015),
Il sogno incompiuto di un nobile
piemontese. La fabbrica di Vische 1765-1768 (19 aprile 2015),
Le
porcellane della Manifattura di Vinovo 1776-1825 (24 maggio 2015);
l'ingresso, gratuito, fino a esaurimento posti.
Le visite con
l'esperto, il 21 marzo, il 4 e 18 aprile, il 2 e 16 maggio, il 6 e 20
giugno, alle ore 11, a cura di Alberto Tosa, permetteranno di
scoprire le opere in mostra e i protagonisti che le hanno create,
approfondendo le tecniche, gli stili e le storie delle tre
manifatture torinesi. Le
Conversazioni d'Arte, a cura di Anna Maria
Cavanna, raccontano fasto e preziosità dell'oro bianco, una delle
grandi passioni delle corti europee, legate alla porcellana (se n'è già parlato
su Rotta su Torino). Tutte le informazioni sulle iniziative di approfondimento su
fondazioneaccorsi-ometto.it
A
Palazzo Madama, il
29 marzo, alle ore 16.30,
E' l'ora del tè, un
appuntamento che solleciterà i cinque sensi e rinnoverà il rito del
tè, accompagnato da cibi dolci e salati, e arricchito dall'ascolto
di alcune citazioni letterarie; il biglietto costa 14 euro (+
biglietto di ingresso ridotto – gratuito per possessori di
Abbonamento Musei). Ancora il 29 marzo,
un workshop con Matilde
Domestico, che condurrà un laboratorio per famiglie in cui i bambini
potranno dipingere le tazze di porcellana; il biglietto costa 3 euro
per un adulto, 5 euro per un bambino. Per entrambi gli appuntamenti,
informazioni e prenotazioni: 011.5211788 -
prenotazioniftm@arteintorino.com.
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