A Torino ce ne sono alcuni, di questi spazi sorprendenti, che sembrano un po'
fuori dal tempo, sospesi tra la nostra epoca e un passato, a volte un po'
rurale. La Borgata Mirafiori, tra corso Unione Sovietica e Strada del
Castello Mirafiori, si scopre con un po' di stupore, tra i grandi casermoni
della periferia avviata verso Stupinigi. Ci si avventura con attenzione tra
queste casette basse, dalle architetture antiche, quasi a violare uno spazio
altrui. Lo si è fatto per anni.
Ma recentemente la Borgata è stata restaurata, quasi a voler richiamare i
torinesi e i turisti che non la conoscono. E allora ci si sente più liberi di
girare tra le stradine, su cui si affacciano casette dalle architetture gentili, con le scalette che portano al piano superiore,
le piantine coltivate con cura sui balconcini e gli abbaini che si affacciano a
sorpresa sui cortili. Sì, viene da usare diminutivi e vezzeggiativi al guardare
le casette della Borgata, perché, più che a Torino, ci si sente in
un paesino del Canavese o del Pinerolese e, se da qualche cortile uscisse un
calesse tirato da cavalli, non ci si stupirebbe.
La Borgata ha una storia antica, legata al Castello di Mirafiori, regalato da
Carlo Emanuele I alla sposa spagnola, l'Infanta Catalina, figlia del re di
Spagna Felipe II, nel XVI secolo. Il Castello fu presto abbandonato, perché non
incontrò il gusto della nuova Duchessa e ricevette il colpo di grazia nel 1706,
durante l'assedio dei Francesi, che lo incendiarono e lo danneggiarono. Quello
che restava dell'antica costruzione, fu abbattuto nel XIX secolo, facendo sì che non ne sia arrivata traccia a noi.
Ma, nel corso
dei secoli, intorno al castello sorse una piccola borgata di artigiani e
contadini, che arrivò a essere piuttosto prospera, nonostante le alterne
vicende del castello intorno al quale si era sviluppata. La cosa curiosa è che,
nonostante nel XX secolo sia stata assediata dalla grande fabbrica e dai grandi
palazzi costruiti intorno ad essa, la Borgata sia rimasta fedele a se stessa, con l'acciottolato sulle stradine, l'assenza di marciapiedi, le finestre con i battenti, i fienili in mattoni in bella vista. Un
piccolo enclave di un altro tempo nel cuore di Mirafiori.
Il restauro ha rimesso a nuovo il selciato, dandogli colore e rimettendo a posto
i sampietrini; sono stati aggiunti anche sedili e divani in pietra, per favorire
la socializzazione; le transenne colorate e gentili ricordano le antiche
attività che c'erano in Borgata: una trattoria, una panetteria, una latteria.
Oggi non ce ne sono più, in fondo corso Unione Sovietica, con i suoi negozi, e via Cesare Pavese con il suo mercato, sono dietro l'angolo. Ma è un peccato, perché la mancanza di una
trattoria, in linea con lo stile del piccolo quartiere, un po' si sente.
La passeggiata in Borgata può terminare in strada del Castello di Mirafiori, davanti alla chiesa di San Barnaba,
fondata nel 1617 da Vittorio Amedeo I. Poche centinaia di metri sulla sinistra, andando verso il Parco Colonnetti, c'è
il Mausoleo della Bela Rosin, moglie morganatica di re Vittorio Emanuele II; è ispirato a quel Pantheon in cui riposa suo marito
e che a lei è stato negato, proprio per quel matrimonio disuguale.
Vedete come anche le
grandi periferie nascondono piccoli gioielli da scoprire.
che bello questo articolo, le transenne colorate e gentili, le ho disegnate io per un posto speciale come la borgata mirafiori, che piacere che sia piaciuta anche a voi
RispondiEliminaE' un posto che amo molto, Alessandra, ho vissuto per molti anni a poca distanza. Grazie per il tuo messaggio, una bella sorpresa. Se ripassi da queste parte e vuoi raccontare qualcosa di più del tuo lavoro, con molto piacere!
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