Puntuali, secondo
quanto annunciato a febbraio, quando è stato aperto il cantiere, a
giugno termineranno i
restauri dell'Appartamento del Re, nella Palazzina di Caccia di
Stupinigi. In un'anteprima per i media, con i restauratori ancora al
lavoro,
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio,
Fondazione
CRT e
Consulta, hanno fatto il punto della situazione e hanno
permesso di visitare
le sale tornate a nuovo splendore.
L'
Appartamento del Re si trova nella
manica sud-orientale della
croce di Sant'Andrea, che costituisce il nucleo centrale della
Palazzina; qui
il Re aveva a sua disposizione la camera da letto, con
un'anticamera, una sala da toeletta, un salotto e una piccola
galleria; sono tutti
ambienti piuttosto intimi, di dimensioni non
particolarmente ampie, rispetto agli standard di una residenza reale,
ma
raffinatissimi nei dettagli. Gli
affreschi sulle volte con scene
mitologiche che richiamano ovviamente Diana, la dea della caccia, e i
suoi miti (siamo pur sempre nella Palazzina dedicata alla passione
venatoria dei sovrani!), le
porte dipinte e incorniciate da fascinose
cornici lignee intagliate e dorate, gli
scuri lignei alle ampie
finestre dipinti con paesaggi inseriti tra eleganti decorazioni.
Tutto richiama
il raffinato Settecento, illuminato dalle grandi
finestre affacciate sul giardino, la cui vista è chiusa dal
grande
asse prospettico che taglia a metà la Palazzina di Caccia e
termina
davanti alle Alpi.
I restauri hanno riguardato
tutti gli apparati
decorativi, in particolare
gli affreschi e i dipinti sulle volte e
sulle pareti (vivacissima la volta decorata con grottesche!), le
boiserie dipinte e dorate, la
carta da parati, i
camini e la pavimentazione in seminato alla veneziana. Le indagini
conoscitive eseguite sulle volte dell'Anticamera e della Camera da
letto, dipinte
dal 1737 al 1739 da Michele Antonio Milocco, il cui
restauro è stato completato unitamente a quello sui cornicioni,
hanno fornito
interessanti informazioni sullo stato di conservazione
e sulla tecnica esecutiva. Il restauro sugli sguinci delle aperture
dell'Anticamera ha riportato alla luce l'
originaria decorazione
settecentesca, di grande impatto formale e cromatico, è stato
spiegato durante la visita. Si è proceduto
alla pulitura e al
consolidamento delle superfici in legno dipinto e dorato, che ha
riportato cromie e dorature all'antico splendore, mentre si stanno
per realizzare le
piccole stuccature e integrazioni cromatiche della
foglia d'oro. Tra le curiosità, scoperte in questa visita, il bel
Pregadio della Camera da letto, realizzato da
Piffetti e oggetto di
restauro anche durante la visita (ma la presenza dei restauratori,
impegnati nel loro lavoro, non ha impedito la meraviglia, sarà bello
vederlo nella sua interezza, una volta terminato il restauro);
sorprendente anche il
piccolo locale utilizzato come servizio
igienico, dove sono riemersi i colori originari, con le
piastrelle
bianche e azzurre dipinte. Al termine dei lavori, saranno ricollocati
anche
i tre grandi lampadari e tutti
i mobili che costituiscono
l'arredo dell'Appartamento del Re. Poi, prima dell'estate, l'
apertura
al pubblico (il cantiere ha chiuso soltanto gli ambienti oggetto di
restauro: i visitatori hanno potuto agevolmente visitare il resto
della Palazzina di Caccia, compreso il Salone Centrale, su cui
l'Appartamento del Re si affaccia).
I restauri in corso sono
un
esempio virtuoso della collaborazione pubblico-privato nella
conservazione del patrimonio artistico-culturale torinese. Basti
pensare che la
Fondazione CRT, il
principale sostenitore privato del
progetto di recupero della Palazzina, ha investito complessivamente
20 milioni di euro (i suoi finanziamenti sono iniziati
nel 1988 con
il recupero delle Scuderie di Levante, trasformati in nuovi spazi
espositivi). A gestire i lavori di recupero è stata chiamata la
Consulta, che riunisce 30 aziende torinesi, impegnate anch'esse nel
finanziamento del recupero e del restauro di piccoli e grandi
gioielli architettonici (nei suoi
30 anni di storia, tra le altre
cose, ha restaurato il Monumento di Vittorio Emanuele II, le fontane
del Po e della Dora in piazzetta CLN, la peota dei Savoia, conservata
alla Reggia di Venaria Reale, ha realizzato il sistema multimediale
della Biblioteca Reale, qui
una
lista di tutti i suoi interventi a Torino e dintorni). Su tutti,
la
Soprintendenza dei Beni Architettonici, con cui sono stati
stabiliti gli interventi e i restauri. "Di Torino bisogna
sottolineare questa incredibile capacità di fare rete" mi ha
detto la presidente della Consulta
Adriana Acutis, mentre visitavamo
l'Appartamento del Re. Ha ragione,
non sottolineiamo mai abbastanza
questa capacità, che ci restituisce tesori
belli e altrimenti perduti,
come gli affreschi e l'intero apparato decorativo dell'Appartamento
del Re.
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