FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Al termine i restauri dell'Appartamento del Re, a Stupinigi: apertura a giugno

Puntuali, secondo quanto annunciato a febbraio, quando è stato aperto il cantiere, a giugno termineranno i restauri dell'Appartamento del Re, nella Palazzina di Caccia di Stupinigi. In un'anteprima per i media, con i restauratori ancora al lavoro, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Fondazione CRT e Consulta, hanno fatto il punto della situazione e hanno permesso di visitare le sale tornate a nuovo splendore.


L'Appartamento del Re si trova nella manica sud-orientale della croce di Sant'Andrea, che costituisce il nucleo centrale della Palazzina; qui il Re aveva a sua disposizione la camera da letto, con un'anticamera, una sala da toeletta, un salotto e una piccola galleria; sono tutti ambienti piuttosto intimi, di dimensioni non particolarmente ampie, rispetto agli standard di una residenza reale, ma raffinatissimi nei dettagli. Gli affreschi sulle volte con scene mitologiche che richiamano ovviamente Diana, la dea della caccia, e i suoi miti (siamo pur sempre nella Palazzina dedicata alla passione venatoria dei sovrani!), le porte dipinte e incorniciate da fascinose cornici lignee intagliate e dorate, gli scuri lignei alle ampie finestre dipinti con paesaggi inseriti tra eleganti decorazioni. Tutto richiama il raffinato Settecento, illuminato dalle grandi finestre affacciate sul giardino, la cui vista è chiusa dal grande asse prospettico che taglia a metà la Palazzina di Caccia e termina davanti alle Alpi.


I restauri hanno riguardato tutti gli apparati decorativi, in particolare gli affreschi e i dipinti sulle volte e sulle pareti (vivacissima la volta decorata con grottesche!), le boiserie dipinte e dorate, la carta da parati, i camini e la pavimentazione in seminato alla veneziana. Le indagini conoscitive eseguite sulle volte dell'Anticamera e della Camera da letto, dipinte dal 1737 al 1739 da Michele Antonio Milocco, il cui restauro è stato completato unitamente a quello sui cornicioni, hanno fornito interessanti informazioni sullo stato di conservazione e sulla tecnica esecutiva. Il restauro sugli sguinci delle aperture dell'Anticamera ha riportato alla luce l'originaria decorazione settecentesca, di grande impatto formale e cromatico, è stato spiegato durante la visita. Si è proceduto alla pulitura e al consolidamento delle superfici in legno dipinto e dorato, che ha riportato cromie e dorature all'antico splendore, mentre si stanno per realizzare le piccole stuccature e integrazioni cromatiche della foglia d'oro. Tra le curiosità, scoperte in questa visita, il bel Pregadio della Camera da letto, realizzato da Piffetti e oggetto di restauro anche durante la visita (ma la presenza dei restauratori, impegnati nel loro lavoro, non ha impedito la meraviglia, sarà bello vederlo nella sua interezza, una volta terminato il restauro); sorprendente anche il piccolo locale utilizzato come servizio igienico, dove sono riemersi i colori originari, con le piastrelle bianche e azzurre dipinte. Al termine dei lavori, saranno ricollocati anche i tre grandi lampadari e tutti i mobili che costituiscono l'arredo dell'Appartamento del Re. Poi, prima dell'estate, l'apertura al pubblico (il cantiere ha chiuso soltanto gli ambienti oggetto di restauro: i visitatori hanno potuto agevolmente visitare il resto della Palazzina di Caccia, compreso il Salone Centrale, su cui l'Appartamento del Re si affaccia).


I restauri in corso sono un esempio virtuoso della collaborazione pubblico-privato nella conservazione del patrimonio artistico-culturale torinese. Basti pensare che la Fondazione CRT, il principale sostenitore privato del progetto di recupero della Palazzina, ha investito complessivamente 20 milioni di euro (i suoi finanziamenti sono iniziati nel 1988 con il recupero delle Scuderie di Levante, trasformati in nuovi spazi espositivi). A gestire i lavori di recupero è stata chiamata la Consulta, che riunisce 30 aziende torinesi, impegnate anch'esse nel finanziamento del recupero e del restauro di piccoli e grandi gioielli architettonici (nei suoi 30 anni di storia, tra le altre cose, ha restaurato il Monumento di Vittorio Emanuele II, le fontane del Po e della Dora in piazzetta CLN, la peota dei Savoia, conservata alla Reggia di Venaria Reale, ha realizzato il sistema multimediale della Biblioteca Reale, qui una lista di tutti i suoi interventi a Torino e dintorni). Su tutti, la Soprintendenza dei Beni Architettonici, con cui sono stati stabiliti gli interventi e i restauri. "Di Torino bisogna sottolineare questa incredibile capacità di fare rete" mi ha detto la presidente della Consulta Adriana Acutis, mentre visitavamo l'Appartamento del Re. Ha ragione, non sottolineiamo mai abbastanza questa capacità, che ci restituisce tesori belli e altrimenti perduti, come gli affreschi e l'intero apparato decorativo dell'Appartamento del Re.


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