Su
Nuova Società, in edicola in questi
giorni, c'è un
articolo firmato dal vicesindaco di Torino, e
Assessore all'Urbanistica,
Guido Montanari (potete leggerlo anche a
questo link
www.nuovasocieta.it),
che spiega
come cambierà Torino nei prossimi anni, grazie alla
revisione del Piano Regolatore che sta progettando. Una revisione che
sarà il risultato di "
un percorso che coinvolgerà cittadini ed
esperti per ridisegnare una città migliore". Che il Piano
Regolatore di Torino sia uno strumento
ormai obsoleto Montanari lo
sostiene da tempo: sono sbagliate le previsioni, mi aveva detto tempo
fa, quando l'ho intervistato
per l'ebook Edifici ex industriali a Torino; il Piano Regolatore, stilato tra gli anni 80 e 90 e approvato nel 1995, ipotizzava una
città
in espansione e in crescita economica, la crisi industriale e le delocalizzazioni conseguenti hanno fatto scendere Torino
sotto il milione di abitanti.
E questo è solo un esempio di quanto la realtà abbia superato le
previsioni.
Montanari,
strenuo difensore del paesaggio e nemico
delle colate di cemento, causa "di consumo di suolo, di dissesto
idrogeologico, di abusivismo, di inadeguata infrastrutturazione
trasportistica volute da governi che hanno fatto della 'risorsa
territorio' materia di scambio elettorale", non crede nella
redazione di
un nuovo Piano Regolatore, perché "i tempi lunghi
e le ingenti risorse finanziarie necessarie hanno
sconsigliato questa
strada". Cosa fare, dunque? "La revisione sarà
un'operazione di
'manutenzione straordinaria' del Piano, basata
sulla
responsabilità sociale e sulla sostenibilità ambientale,
finalizzata ad alcuni
obiettivi principali: il contenimento del
consumo di suolo, la tutela del paesaggio, la promozione della
ricerca e della cultura, il ridimensionamento delle previsioni
insediative, il riequilibrio della dotazione dei servizi, il
mantenimento delle aree produttive, la ridefinizione dei criteri
commerciali, il recupero del patrimonio non utilizzato,
l'efficientamento energetico. Per fare ciò proporremo
poche norme
prescrittive chiare e regole operative agili, tagliate sui nuovi
numeri della città di Torino (meno di 250.000 abitanti rispetto alle
previsioni del 1995, ma al tempo stesso attrazione quotidiana di
cittadini provenienti dalla cintura e dalle aree limitrofe). La
pianificazione degli insediamenti e dei trasporti a scala locale
dovrà confrontarsi anche con la
scala sovracomunale e
internazionale".
Il progetto sembra interessante e in linea
con le nuove esigenze di sostenibilità ambientale e di recupero del
patrimonio architettonico esistente. Non ci sono proposte sul
terreno, a parte le linee direttive, perché il vicesindaco intende
avviare "un percorso che vedrà coinvolte le Circoscrizioni, gli
ordini professionali, le associazioni ambientaliste, dei costruttori,
delle piccole e medie imprese, i sindacati e tutti i soggetti singoli
o organizzati interessati. Sarà
un grande esempio di partecipazione
e di trasparenza, come previsto dal nostro programma di mandato".
Da questi incontri nasceranno le proposte e gli studi di fattibilità,
nel suo articolo Montanari
non indica date né tempi.
La
revisione del Piano Regolatore
non bloccherà alcune delle
trasformazioni urbanistiche ereditate dalla Giunta di Piero Fassino e
osteggiate dal Movimento 5 Stelle all'opposizione. Montanari spiega
che si tratta di "
procedimenti non revocabili". Per questo
saranno realizzati "i centri commerciali Novacoop di Mirafiori,
di via Botticelli e dell'ex Scalo Vallino (via Nizza). Se per il
primo non è stato possibile fare nulla, per il secondo sono state
concordate significative riduzioni di superfici residenziali
(eliminando le previste torri) e una coerente riqualificazione
urbana, mentre per il terzo si sta discutendo un ridisegno
complessivo dell’area che esclude grandi strutture di vendita
concentrate. Nessuna possibilità di bloccare gli interventi Dimar
sull'area ex Scalo Vanchiglia, via Regaldi, anche se è stato
migliorato il disegno urbano e ridotte le superfici previste, stessa
cosa per Lingotto lotto II di GL/GWM". Montanari ha dato
il via
libera anche ad alcune "trasformazioni di aree industriali
dismesse in aree prevalentemente commerciali, presentate con la legge
106/2011. Si tratta di deroghe al Piano regolatore che non potevamo
bloccare, ma che abbiamo esaminato alla luce del concetto di 'riqualificazione', l'unico appiglio di legge per garantire
attenzione ai contesti. Abbiamo concesso autorizzazioni alla
condizione che i progetti avessero contenuti di responsabilità
sociale: riduzione delle superfici ammissibili (mediamente circa
40%), qualità dello spazio urbano, verde, percorsi ciclo pedonali,
parcheggi, sostenibilità energetica e tutele dei dipendenti".
Con la revisione del Piano Regolatore, si inizierà a lavorare
alla
città immaginata secondo le direttive indicate dalla Giunta di
Chiara Appendino e da Guido Montanari. Rotta su Torino la
seguirà
con attenzione, come tutti i progetti che vagheggiano una città
possibile e sostenibile.
Sul sito del Comune di Torino, in .pdf,
la delibera del 22 maggio 2017, che approva la revisione del Piano
Regolatore, con le ragioni che hanno spinto alla sua adozione.
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