Open House Torino si è presentato ieri
ai media, in un'affollata
conferenza stampa. Cosa sia Open House
credo
sia noto a chi legge Rotta su Torino: è un
format nato a
Londra nel 1992, che per
un solo weekend apre architetture insolite e
generalmente chiuse al pubblico come palazzi storici, uffici,
appartamenti privati e, nel caso di Torino, edifici ex industriali o
di notevole architettura (Palazzo del Lavoro, Motovelodromo, Torino
Esposizioni) ancora in cerca di destinazione o già riqualificati per
nuove vocazioni, torri e campanili. La prima edizione torinese si terrà il
10 e 11 giugno 2017.
Villino Raby - Villette Casalegno
Nel corso della conferenza
stampa sono venute fuori
piccole chicche che dimostrano ancora una
volta come Torino sia
una città non comune e sappia rompere gli
stereotipi che persino lei ha di se stessa. Per questa prima edizione
della manifestazione, ha raccontato
Luca Ballarini, presidente
dell'Associazione Open House Torino, sono stati selezionati circa
540
edifici, in base ai gusti, alla passione e alle conoscenze degli
organizzatori. Di questi 540 edifici,
111 partecipano alla prima
edizione di Open House Torino:
nessuna delle 32 città di Open House nel mondo aveva mai organizzato
la prima edizione con un simile numero di spazi aperti. Solo Torino.
Quartiere Vallette - Cortile privato/Casa Studio
"Con questo
abbiamo sfatato un altro mito, quello della
ritrosia. Per tre mesi, ci siamo sentiti ripetere "figuratevi
chi mai aprirà casa, siamo a Torino, non a Londra!" E invece
i
proprietari di casa sono stati disponibili. Per prendere contatto a
volte abbiamo lasciato una lettera nella buca della posta,
raccontando chi eravamo e qual era il nostro progetto e lasciando i
nostri recapiti. Ci hanno contattato
molti più padroni di casa di
quanti pensassimo. E dirò di più:
Torino è la città italiana che
apre il maggior numero di appartamenti privati" ha detto ancora
Ballarini. E le altre due città italiane che organizzano Open House sono
Roma e Milano, scusate se è poco. Sfatiamo gli stereotipi e
raccontiamo questa città
curiosa, aperta e pronta alle novità, quando le trova convincenti;
questa città che è bella, che sa di esserlo e si comporta come se
non importasse, salvo poi approfittare manifestazioni come questa,
per mostrare i suoi mille volti. E non ci sono solo i numeri degli
edifici aperti, ci sono anche i
volontari: sono
oltre 300, sono
persone di tutte le età e assisteranno i padroni di casa e i
visitatori, fornendo informazioni e gestendo il flusso di chi
visiterà gli spazi aperti.
300 persone che hanno detto di sì a una
manifestazione appena arrivata in città.
Dancing Le Roi - Casa per Tre
Ho scoperto Open House
Torino
per puro caso. Stavo fotografando i cortili dell'ex CEAT e
dell'ex Tobler (entrambi presenti in Open House Torino,
approfittatene per visitarli, perché valgono la pena, io non perderò
il loft dell'ex CEAT che aprirà le porte!) e
Gabriele Gallesio, il
proprietario di
De-Ga, che ha riqualificato entrambi gli edifici, mi
ha parlato dei primi contatti con questo nuovo progetto, Open House
Torino; tornata a casa, su Facebook, ho trovato un post di
un'architetta che seguo e che apprezzo,
Simona Vlaic:
due volte in
meno di 24 ore, era un segnale. Una serie di contatti con gli
organizzatori e
Rotta su Torino è diventato media partner di Open
House Torino nel web. Ne sono felice perché mi piacciono il
progetto,
la
passione per l'architettura che implica,
la scoperta della ricchezza
culturale della nostra città e
il ventaglio di proposte, presentato
s
enza pregiudizi né giudizi, ma dando l'opportunità di conoscere
le
mille declinazioni dell'architettura e dei conseguenti stili di vita.
Credo non ci siano tante manifestazioni che mettano in evidenza,
semplicemente l'architettura. Per me, una riscoperta dei miei studi
universitari e la possibilità di dare loro un senso (sono solo
laureata in Architettura, ma non ho mai esercitato né mai pensato di
esercitare questa professione, sono uno dei tanti dottori in
Architettura che nella vita hanno fatto tutt'altro, probabilmente
testimoni dell'ecletticità di questa laurea).
Ballarini ha
progetti ambiziosi e non
li nasconde: "Vogliamo diventare la manifestazione italiana più
importante dell'architettura". Il modello è, incredibilmente,
il
Theatrum Sabaudiae, voluto dai Savoia in età barocca per mostrare
alle corti europee
la bellezza e le ambizioni della capitale del
Ducato, con una selezione di edifici, chiese e luoghi, alcuni dei
quali ancora solo immaginati. La comparazione di Ballarini, tra
Open House Torino e il Theatrum Sabaudiae, pensando sempre agli anni
di Architettura, mi è piaciuta assai, non solo e non tanto per l'ambizione implicita quanto per quello che implica considerare
Open House Torino come una testimonianza di quello che è oggi Torino, di come si vede e delle storie che la sua architettura racconta. Come media partner di questo
progetto, ne parlerò ancora nei prossimi giorni,
fino al 10 giugno:
non fermatevi davanti
agli edifici più famosi e più mediatici,
capisco che resistere alla tentazione è difficile, ma
scopriamo le
chicche sconosciute che questo solo weekend ci offre di conoscere.
Le fotografie sono state prese da
www.openhousetorino.it, dove trovate anche
le schede di tutti i 111 spazi aperti il 10 e 11 giugno e le modalità di visita (per alcuni edifici è richiesta la prenotazione, altri non sono aperti per tutto il weekend, controllate!)
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