Di
Cheese, che
dal 15 al 18 settembre 2017, a
Bra (CN), farà il punto della
situazione sui formaggi, presenterà gli
Stati Generali del latte
crudo e, tra le tante proposte, celebrerà
i suoi 20 anni, si è
già parlato su Rotta su Torino. Ma gli uffici stampa della kermesse e di
Slow Food, che la organizza, sono così efficienti, mandano sempre
comunicati stampa
ricchi di idee e di spunti, che non si può
ignorare questa proposta.
Il
24 agosto 2016, e per vari mesi
successivi, l'Italia Centrale è stata colpita da
un devastante
terremoto, che ha messo in ginocchio
non solo il patrimonio artistico
e architettonico, ma anche
l'economia e il patrimonio agricolo che
quelle terre conservano e tramandano da secoli.
La solidarietà
inizia dal cibo è uno degli slogan di Cheese 2017, quello scelto per
dare spazio ai produttori di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo: si
potranno
acquistare i loro prodotti nel Mercato, si potranno
ascoltare le loro storie negli incontri preparati, saranno presenti
in
un progetto affascinante, dedicato alle
Comunità dell'Appennino.
La solidarietà si realizza anche, e soprattutto, un anno dopo,
quando
la ripartenza dell'economia è la chiave di volta della
rinascita di quei nostri territori. Non dimenticatelo, se visiterete
Cheese, tra poco meno di un mese.
Qui vi lascio parte del
comunicato stampa a cui non bisogna aggiungere ulteriori parole:
Il
progetto delle Comunità dell'Appennino
Dal Teramano arriva l'azienda Giacomino
Mastrodascio di Cerqueto, frazione di Fano Adriano, che aveva già
subito danni con il terremoto del 2009, mentre con le scosse di
gennaio è crollata l'azienda: a Bra presenta solo i
formaggi
stagionati. Sempre dal Teramano, da Cellino Attanasio, arrivano
Maurizio Natilii e la moglie Maria José, lui insegnante di
tai chi
chuan, lei interprete e traduttrice spagnola, insieme producono
latticini e mieli e tanto altro in biologico o biodinamico e
gestiscono anche l'agriturismo aziendale Gioia. A testimoniare le
difficoltà dei produttori umbri sono invece i fratelli Domenico e
Gianni Di Porzio da Opagna di Cascia, con i loro
formaggi allo
zafferano e al tartufo, oltre alle immancabili
lenticchie.
Tra
Conferenze e Laboratori del Gusto
Nella Conferenza
L'Appennino che
stiamo perdendo, sabato 16 settembre alle 10,30 presso lo Stand
Regione Piemonte. A causa del terremoto e delle nevicate eccezionali
molti paesi non rinasceranno più, molte attività produttive sono in
attesa di aiuto e nel frattempo chiudono i laboratori e si vendono le
greggi.
Nel cuore dell'Italia pastorale è in corso un cambiamento
epocale. Adesso quello che ci chiediamo è
se la politica e i consumatori
possono fare qualcosa per invertire la rotta.
Al Laboratorio del
Gusto
Un futuro per le aree terremotate, sabato 16 settembre alle ore
19, partecipano i
produttori che raccontano le loro storie
proponendo in degustazione pecorino dei Monti Sibillini (Presidio
Slow Food), pecorino di Amatrice, pecorino di Norcia e ricotta salata
della Valnerina. L'incontro si conclude con la pasta
all’amatriciana cucinata dallo chef stellato Salvatore Tassa del
ristorante Le Colline Ciociare di Acuto (FR).
Infine, protagonisti
della Storia di Pizza
Nel cuore dell'Italia, in programma lunedì
18 settembre alle ore 13, sono Marzia Buzzanca, dei Percorsi di gusto
de L'Aquila, e Franco Cardelli di Castelnuovo Vomano (TE): un
viaggio nel cuore dell'Italia per scoprire, guardandola da dentro,
la grande forza della rinascita con due pizzaioli d'eccezione.
A
questi eventi si aggiunge il
ricco programma di Regione Lazio e
Arsial, che partecipano a
Cheese con più di
sei appuntamenti al
giorno tra degustazioni e incontri istituzionali. Non mancano qui i
momenti di confronto e promozione dei territori colpiti dal sisma e
dei loro prodotti, primo fra tutti il pecorino amatriciano. Tra le
aziende laziali presenti a Bra c'è anche Casale Nibbi di
Amatrice.
Un futuro per Amatrice e La buona strada – Ripartiamo
dal cibo
Slow Food, che ha attivato la sua rete italiana e
internazionale fin dallo scorso agosto con la fortunata iniziativa
Un
futuro per Amatrice, raccogliendo l'adesione di oltre 1000 locali
in Italia e in altri 23 Paesi, quest'anno ha deciso di fare di
più,
ascoltando la voce degli stessi contadini, allevatori, sindaci
e abitanti
del nostro Appennino che non vogliono lasciare i loro
borghi: "Non servono soldi per costruire muri: ma
aiuti per
vendere", commenta Andrea Servili, 33 anni laureato in Agraria e
ricercatore, che nel 2016 ha riavviato l'azienda agricola di
famiglia ad Amandola, in provincia di Fermo, dove alleva api e
coltiva alberi di mele rosa dei Monti Sibillini, zafferano e tartufi.
Ma pochi mesi dopo l'apertura
il terremoto e le forti nevicate lo
hanno messo in ginocchio. "Ho vissuto momenti difficili ma sto
ripartendo. Sono una persona ottimista: vivo
in una zona bellissima,
che prima o poi anche il grande pubblico scoprirà. Se continueremo a
essere
attenti alla qualità, se sapremo
comunicare meglio, se
lavoreremo insieme per il nostro territorio".
Ad aiutare Andrea
la campagna
La buona strada. Ripartiamo dal cibo, la raccolta fondi
online, ospitata
fino al 31 ottobre sulla piattaforma Produzioni dal
Basso, che punta
a finanziare diversi progetti. Nelle aree umbre e
laziali attorno a Cittareale, Accumoli, Amatrice e Cascia servirà
all’acquisto di
un furgone attrezzato per la vendita di prodotti
delle aziende agricole locali. In Abruzzo, nel cratere aquilano, si
punta invece a dar vita a
un caseificio mobile che agevoli l’attività
degli allevatori che hanno perso le loro strutture produttive. La
cittadina di Comunanza, nelle Marche, vedrà la creazione di
un
Mercato della Terra, affiancato a un altro "negozio mobile".
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