È entrare
nella nuova sala di Le Music-hall e dimenticare il
Teatro Juvarra, dove ho praticamente
iniziato la carriera giornalistica, scrivendo di teatro per il
Corriere dell'Arte di Carlo Accossato. Non che la sala sia cambiata:
si riconoscono la platea raccolta, la balconata, il soffitto
affrescato, ma poi basta che entri in scena
Arturo Brachetti, il
direttore artistico del nuovo teatro, e l'
atmosfera cambia. Si chiude
il sipario, si accendono le luci (ben 300, fatte a mano da un'azienda artigiana italiana specializzata!) e sì, sembra di essere tornati in
quei
tempi parigini della Belle Epoque, in cui
vaudeville,
café-chantant e rivista coloravano le serate e
lanciavano talenti: è
Le musichall, il nuovo tempio torinese che, promette Brachetti,
all'alba dei suoi
60 anni, compiuti il giorno della presentazione
della sua nuova creatura (venerdì 13 ottobre, e che nessuno sia
superstizioso!), sarà
spumeggiante, trasformista e sorprendente.
La
vera e propria
inaugurazione per la riapertura del teatro sarà il
13
dicembre, con lo spettacolo
Gran Varietà, che sarà in scena
per
tutto il periodo natalizio e che è stato preparato con la
collaborazione della
Torino Musical Academy. Fino ad allora ci saranno
spettacoli e
artisti internazionali, in un cartellone curato da
Cristiano Falcomer
del
Festival Lunathica, e che danno già un'idea di cosa ha in mente
Brachetti: il teatro di strada e il circo contemporaneo di
Nuova
Barberia Carloni (20 ottobre 2017, ore 21), la giocoleria e le
acrobazie di
Alta Cultura del
Duo Full House (27 ottobre 2017, ore
21), il mimo più amato di Francia
Patrick Cottet-Moine con
Mime de
rien (3 novembre 2017, ore 21), le clownerie e il teatrodanza di
Les
clowns meurent comme les éléphants del
Théâtre Crac (10 novembre
2017, ore 21), le clownerie di
Paccottiglia del
Circo Pacco (17
novembre 2017, ore 21), la danza hip hop dei
Bakhus (24 novembre
2017, ore 21), il mimo
Leandre Ribera e il suo
Rien à dire (1
dicembre 2017, ore 21). Tutti spettacoli di contaminazione e abilità,
con
biglietto a 20 euro (18 euro, se possessori delle tessere
Abbonamento Musei, Torino+Piemonte card e Torino+Piemonte
Contemporary card, Opera Torinese del Murialdo), più i diritti di
prevendita di 1,5 euro. A questi spettacoli, bisogna aggiungere le
giornate di tango, che ci ricordano come questa sala sia stata la
prima milonga torinese: il 19 novembre, il 3 dicembre e il 17
dicembre, e da gennaio 2018 ogni seconda e quarta domenica del mese,
si potrà ballare, o ricevere le prime lezioni della celebre danza
argentina con i maestri del
Club Almagro (biglietto d'ingresso 8
euro).
Il
cartellone teatrale è
strettamente connesso anche alle
attività didattiche dell'
Opera Torinese del Murialdo, che ha voluto realizzare nel suo complesso
il Polo degli Artigianelli, un polo culturale che coinvolge anche il
Museo Ettore Fico e di cui Le Musichall fa parte. Nell'Opera, i ragazzi in condizioni disagiate
apprendono un mestiere e costruiscono il loro futuro; la presenza del
teatro sarà un'occasione per
imparare professioni come quelle dell'elettricista, il tecnico delle luci e del suono
e quelle necessarie
dietro le quinte di
uno spettacolo teatrale. È
questo un punto a cui Arturo Brachetti sembra tenere molto,
giustamente, visto che la rinascita di questa sala, dopo la fine del
Teatro Juvarra, è stata
fortemente voluta dall'Opera, coinvolgendo
non solo il più celebre trasformista d'Europa (possiamo dirlo, dimenticando per una volta l'
understatement torinese?), ma anche
altre realtà torinesi come la
Fondazione CRT e la
Compagnia di San
Paolo, che hanno finanziato i lavori.
Virtus,
Ars Labor, i tre punti
della filosofia educativa del Murialdo, del resto, sono chiari anche
nella sala del Musichall: si leggono sia
sugli affreschi del soffitto
che nei
trompe-l'oeil della galleria, dove è tutto un gioco di
finto-non finto, che introduce già al
trasformismo che
piace a Brachetti.
Tutte le info sul teatro e sul suo cartellone,
su
www.lemusichall.com.
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