In questi
ultimi weekend d'autunno, con
l'aria ancora tiepida che invita a stare fuori e guardarsi intorno,
ci sono tante cittadine piemontesi da scoprire. Per esempio, per il
ponte dell'8 dicembre si potrebbero scoprire
Novi Ligure (AL) e i
suoi dintorni, approfittando di
Dolci Terre, la manifestazione che
dal 7 al 10 dicembre 2017 propone le
eccellenze enogastronomiche del
territorio nel bel
Centro Fieristico Dolci Terre di Novi. Siamo in
un'area di
cultura millenaria, grazie alla
posizione strategica,
tra il mar Ligure e la Pianura Padana: a pochi km da Novi c'è
Libarna, che fu fiorente cittadina romana lungo la via Postumia e
oggi è parte di
Serravalle Scrivia, vicino al celebre outlet; a
pochi minuti di auto c'è
Gavi, con il suo forte di origine
medievale, a guardia del territorio. La cosa bella è che sono tutti
luoghi
ben collegati dai trasporti pubblici, per cui potete davvero
dedicarvi a un weekend di cultura e relax, senza preoccuparvi
dell'auto (gli orari li trovate su
www.citnovi.it).
Sono stata a Novi Ligure qualche settimana fa e ne
sono stata
piacevolmente colpita, promettendomi di ritornare presto, date tutte le belle iniziative che il
Distretto del Novese
realizza per promuovere il territorio (se pensate a un weekend da
queste parti, non dimenticate di fare un salto
sul suo sito web, per essere aggiornati su tutte le novità; da parte mia
vi consiglio, perché è cosa che intendo fare anch'io,
Arte
Gusto & Mestiere, il circuito che permette di conoscere da
vicino
le eccellenze artigianali).
Novi Ligure ha
un centro piccolo e
delizioso, a misura dello
slow tourism. La stazione ferroviaria sorge
su uno dei suoi lati: davanti a lei inizia
via Girardengo che porta
nel cuore cittadino, con i negozi dello
shopping, i locali in cui fermarsi per una
chiacchierata e i primi
palazzi dipinti, una delle caratteristiche
più singolari di Novi. Sono presenti in quasi tutto il centro
storico, raggiungendo il culmine in
piazza Dellepiane, il salotto
cittadino, su cui si affacciano l'omonimo palazzo, che ospita alcuni
uffici del Municipio, Palazzo Negroni e la Collegiata di Santa Maria
Maggiore, il Duomo Cittadino.
I due palazzi hanno le facciate
dipinte, che riproducono lesene, colonne, marmi e decorazioni
barocche; Palazzo Dellepiane ha anche un cortile molto bello, con
una
balconata lignea di grande fascino e un atrio arioso da palazzo
aristocratico. I più importanti Palazzi novesi portano
cognomi
genovesi: ci sono i Palazzi Doria, Brignole, Adorno, manca poco che
ci si trovi a De Ferrari e non ci sarebbe nessuna sorpresa. La
spiegazione è semplice: intorno al XVII secolo, i grandi casati
genovesi videro in Novi,
strategicamente collocata nell'Oltregiogo, a
poca distanza dai Ducati di Milano e di Savoia, un interessante
centro per i commerci, e vi costruirono anche
residenze per la
villeggiatura. Lo
stretto legame di Novi e Genova è sancito da un
bell'affresco
nella Galleria Perelli (la cui concezione ricorda
vagamente la Galleria Subalpina di Torino): Novi è rappresentata
dalla torre che domina la sua collina e da alcuni contadini, Genova
dalla sua Lanterna e da alcuni marinai, al centro la figura della
Prosperità, risultato dell'alleanza tra le due città. La Galleria
Perelli collega via Girardengo con piazza Giacomo Matteotti, piazza
squadratissima, come quasi tutte quelle del centro storico, ricavate
dall'abbattimento di palazzi o di alcune loro maniche, così da dare
aria alle strette vie cittadine.
Se in questo dedalo di vie,
negozi, locali, palazzi dipinti e scorci sorprendenti, sentite
necessità di una pausa, per un pasto leggero, un buon bicchiere di
vino o un semplice momento di relax, vi segnalo
Il Banco (via Monte
di Pietà 5),
il locale in cui ho pranzato, scoprendo
la doppia
identità ligure-piemontese di Novi anche a tavola: le sue deliziose
focacce, i suoi dolci, preparati dai
fratelli Longo, i suoi vini,
accuratamente selezionati nella sua cantina, danno una bella idea
della cucina del Novese.
Da via Girardengo si sale facilmente
sulla collina che domina Novi e su cui c'è
un'alta torre medievale, unica traccia rimasta di un'antica fortezza da cui si controllava il
territorio. Tutt'intorno
un bosco che in autunno regala i
vivaci
colori del foliage e d'estate
l'agognato fresco; la passeggiata nel
verde è rilassante e di tanto in tanto si apre a scorci verso la
città storica e le sue torri (fanno capolino anche alti condomini
del Novecento, ma vabbe').
Tornando di nuovo nel centro cittadino, è
tempo di scoprire
le chiese, senza mai abbassare lo sguardo, perché
le facciate dipinte dei palazzi sono ovunque. Come
in via Roma, la
cui prospettiva è chiusa dalla
bella facciata della chiesa di San
Pietro; ma prima di arrivarci, ci sono
i segreti del Palazzo della Dogana, con una scenografica scala di pianta ellittica,
che fa pensare a
Filippo Juvarra e ai suoi giochi di luce barocchi e
torinesi, e
gli scorci di vicolo
Bianchi e Palazzo Cassissa, recentemente restaurati, con facciate
dipinte e cicli ottocenteschi. Non abbassate mai lo sguardo, a Novi!
La
chiesa di San Pietro è stata costruita nel Novecento, ma ha
una storia lunghissima, comprendente battaglie contro gli eserciti
stranieri; al suo interno c'è un
Crocifisso con le foglie d'argento,
che 'suonano' durante le processioni. Quasi tutte le chiese storiche
di Novi ne possiedono uno, visitatele perché valgono la pena, dalla
Collegiata di Santa Maria Maggiore fino a San Nicolò, la chiesa che
mi ha colpito di più, per la sua facciata piemontese in laterizio e
per il suo incredibile spazio interno, una sorta di pianta centrale
inaspettata e grandiosa. Di qui si è a pochi passi da corso Marenco,
da cui si arriva facilmente al
Museo dei Campionissimi, uno dei
gioielli di Novi Ligure da non perdere, lasciato per ultimo non
perché meno importante, ma perché gli ho dedicato
un post.
Sorge in un edificio che fu industriale, appositamente riqualificato.
In una navata c'è il Museo, in quella adiacente c'è il
Centro Fiere
che ospita
Dolci Terre: da una parte l'epopea di Costante Girardengo,
Fausto Coppi e i grandi campioni che li seguirono, dall'altra le
eccellenze dolciarie ed enogastronomiche per cui Novi Ligure è
famosa nel nostro Paese. Un'altra sintesi, efficace e possibile,
dell'identità di questa
sorprendente cittadina piemontese di cultura
ligure.
PS Per questa mia gita a Novi Ligure e per tutto quello
che ho scoperto, devo dire grazie a
Barbara Gramolotti, che mi ha
fatto da guida: i nostri territori avrebbero bisogno di più persone
come lei, che promuovono culture ed eccellenze con entusiasmo e passione. Grazie, Barbara!
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