Il lungo cammino della
linea 2 della
Metropolitana, la M2, è iniziato ieri, con la firma del contratto
per la
progettazione preliminare dell'opera da parte della
Città di
Torino e
Systra, la società capofila che ha vinto il bando di
gara. La firma è arrivata in
forte ritardo rispetto ai tempi
previsti e solo
grazie alla disponibilità del Ministero dei
Trasporti, che ha dato tempo a Torino fino alla fine dell'anno per
giungere alla firma e non perdere i
10 milioni di euro di
finanziamento per questa fase progettuale.
La M2 dovrà collegare
il
quadrante nord-orientale della città (Barriera di Milano e
Vanchiglia, insomma),
con il quadrante sud-occidentale (Mirafiori Sud
e Orbassano). Il
progetto iniziale prevedeva il capolinea alla
Stazione Rebaudengo, garantendo così il collegamento con il Sistema
Ferroviario Metropolitano, quindi l'uso del trincerone che ancora
oggi separa le vie Gottardo e Sempione, l'arrivo allo Scalo
Vanchiglia e di qui, attraverso il centro storico, l'incrocio con la
M1 a Porta Nuova o a Re Umberto, il passaggio per corso Duca degli
Abruzzi e corso Orbassano, fino, per l'appunto, a
Orbassano. In
questo modo la M2 diventava anche una sorta di
volano economico,
soprattutto per l'area settentrionale del percorso, che avrebbe dato
vita a una sorta di
parco lineare, lungo l'ex trincerone,
con la
creazione di una promenade e con la ricucitura del tessuto urbano,
adesso diviso dalla ferrovia; allo Scalo Vanchiglia c'è un
progetto di riqualificazione, che ha uno degli elementi di forza proprio nella
presenza della metropolitana.
Questo tracciato iniziale è stato
messo in discussione dalla Giunta di Chiara Appendino, che lo trova
inadeguato alle nuove esigenze di trasporto dei torinesi. Per questo
nell'accordo firmato con Systra, la città ha voluto un
cronoprogramma che preveda quattro mesi per la raccolta dei dati, due
mesi di dibattito con i residenti delle aree coinvolte e quattro per
la progettazione vera e propria. In questo modo, avendo dati certi,
secondo l'assessore ai Trasporti
Maria Lapietra si "risponderà
alle reali
esigenze del territorio e alla domanda vera di
mobilità.
Abbiamo già fornito a Systra dati e strumenti per ottenere
informazioni sugli spostamenti degli attuali e potenziali dei
viaggiatori, grazie al sistema di bigliettazione elettronica e dei
servizi di
bike e
car sharing".
Systra promette di realizzare il suo
incarico
nel più breve tempo possibile, facendo tesoro
dell'esperienza già maturata nella progettazione della M1, e
assicura "una linea metro
innovativa che sia un nuovo motivo di
orgoglio per la città e per l'ingegneria italiana".
Speruma,
come si suol dire da queste parti.
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