Si dice
Alessandro Antonelli e si pensa
subito alla
Mole Antonelliana, la sua opera più celebre. Ma in
realtà l'architetto novarese è stato
protagonista visionario di
buona parte dell'Ottocento torinese e la città è punteggiata di sue
opere, dalla famosa
Casa Scaccabarozzi, la cosiddetta Fetta di Polenta, che fu casa sua, in Vanchiglia, alla
Casa
delle Colonne, che è stata tra le ispirazioni della facciata della
Nuvola Lavazza (si trova all'angolo tra corso Re Umberto e corso
Matteotti), fino a un edificio che ho appena scoperto nei pressi di
Spina 3 e che racconterò non appena lo vedrò e ne saprò di
più.
Casa Scaccabarozzi (sin) e la Casa delle Colonne (des)
Antonelli è stato anche autore di
progetti molto visionari,
che, se realizzati, avrebbero
cambiato per sempre l'immaginario di
Torino e la sua immagine di città barocca, per convertirla in
musa e
icona dello stile neoclassico a lui caro. Il più celebre e più
chiacchierato dei suoi progetti mai realizzati riguarda
l'
abbellimento di piazza Castello, che più che 'abbellimento' era
una vera e propria
demolizione e ricostruzione. Dimenticate
Palazzo Madama, l'edificio più antico e che meglio sintetizza la
storia di Torino, dalla porta romana inglobata fino alla facciata
barocca di Filippo Juvarra: Antonelli l'avrebbe
abbattuto, insieme
alla manica dell'attuale Prefettura. Attestata alla manica in cui si
trova l'Armeria Reale, Antonelli avrebbe costruito una
nuova grande
cattedrale di gusto neoclassico, sistemata su un grande podio
accessibile da una scalinata e con una facciata
caratterizzata da
un pronao a 10 colonne chiuso da un
grandioso
timpano triangolare, dietro il quale una snella cupola ricorda
elementi della più celebre cupola di San Gaudenzio, a Novara; la
presenza del tempio avrebbe definito
due piazze laterali, sulle quali
si sarebbero affacciati da un lato Palazzo Reale, dotato di lunghi
colonnati, e la chiesa di San Lorenzo (l'attuale piazzetta Reale, insomma), e dall'altra nuovi palazzi,
costruiti negli attuali Giardini Reali,
in linea con Palazzo Reale, e
il Teatro Regio. Le
facciate della chiesa di San Lorenzo e del Teatro
Regio, sul filo dell'ingresso al nuovo tempio, sarebbero state dotate anch'esse di sorte di pronai e timpani,
a renderne
più monumentali gli ingressi, oggi occultati dietro le
facciate omogenee di piazza Castello. Davanti alla nuova Cattedrale,
una piazza più ampia di quella attuale (il che implicava anche la
demolizione dei palazzi del lato meridionale di piazza Castello e
l'
arretramento di via Roma).
La pianta (sin)e una prospettiva (des) della piazza Castello di Antonelli
Sarebbe stata
meglio o peggio? Non
sarebbe stata brutta, questo sembra chiaro, a vedere i disegni:
sarebbe stata
una grandiosa piazza neoclassica, con ampio uso di
colonne, di slanci verticali, di
reminiscenze romane e parigine (come
non pensare al
Pantheon vedendo la facciata della Cattedrale o alla
grandeur francese, vedendo l'effetto d'insieme?). Ma
quanto sarebbe
stata torinese e quanto avrebbe raccontato la storia di Torino,
abbattendo l'edificio più significativo della storia torinese,
eliminando l'eredità barocca e demolendo quell'idea di monarchia
assoluta che, condivisibile o meno, ha caratterizzato il disegno di
Torino capitale? Ritorna il vecchio eterno quesito: l'architettura
che disegna una città, deve
rispettarne la storia o deve
reinventarla? L'
Ottocento torinese sembra propendere più per questa
seconda ipotesi, avendo
demolito quartieri e autentici capolavori
come la Cittadella, ma meno male che
non è riuscito a privarci di
tutta la nostra storia.
Piazza Castello oggi: al centro Palazzo Madama, in basso il Teatro Regio,
in alto a destra Palazzo e piazzetta Reale e la cupola di San Lorenzo
da Atlante di Torino
Le
immagini della piazza Castello di Antonelli, da Torino Sparita di skyscrapercity.com e da
Quando Antonelli fece un casino.
Disprezzava il decadente Juvarra, per questo non si faceva scrupoli a immaginare di far fuori Palazzo Madama. Unica concessione ai marmi juvarriani, il loro reimpiego per costruire una loggia che da Palazzo Reale affacciasse sui giardini interni. Insomma, materiale da recupero.
RispondiEliminaAnni fa ci fu una bella mostra a Palazzo Bricherasio dedicata a Guarini, Juvarra e Antonelli. Lì furono esposti i progetti originali di Antonelli per il rifacimento di piazza Castello in occasione del concorso per la realizzazione di una nuova cattedrale, consona al nuovo status di capitale d'Italia della città.