Lo studio
R3Architetti è composto da
giovanissimi architetti torinesi, con formazione internazionale; l'ho
scoperto con
Open House Torino 2017, grazie
al loro studio di San Salvario ricavato
in un negozio e dotato di tutti gli elementi e i
comfort necessari (adesso lo studio, molto più grande, è in via
Baretti 46, sempre a San Salvario). Questa passione per
gli spazi un
tempo commerciali da reinventare a nuovi usi è tornata anche per il delizioso loft di
Alexandru Popescu, uno degli architetti dello
studio, in Cit Turin e aperto per
Open House Torino 2018. L'ho
visitato in quell'occasione, insieme a decine di torinesi che sono
rimasti incantati da come uno spazio piccolo sia stato trasformato in
'casa' e faccia respirare 'accoglienza' e 'calore' sin dall'ingresso.
Merito dei colori chiari, del contrasto di materiali, della luce. Ma
andiamo con ordine!
"In realtà questa è
una
ristrutturazione di una ristrutturazione: quando sono arrivato, il
locale non era più un negozio e aveva già un soppalco, che copriva
tutta la sua lunghezza, l'ingresso era stato spostato sul cortile e c'era
una scala, più o meno in mezzo al volume, che, quasi a pioli, saliva
su, dove c'erano due camere, una aperta verso il cortile e l'altra
senza aria né luce" spiega Alexandru Popescu "Il lavoro di
ristrutturazione che abbiamo fatto è stato molto interessante,
risultato anche dei compromessi con i condomini e dei permessi del
Comune di Torino. Abbiamo infatti dovuto chiedere i permessi per
modificare la facciata: l'apertura del negozio è stata trasformata
in una grande finestra, che garantisce la privacy e la luce a chi
vive nell'appartamento. Ho voluto
un intervento estremamente
rispettoso della facciata novecentesca: abbiamo le stesse scansioni
del bugnato, il davanzale in pietra di Luserna, uguale a quelli delle
altre aperture dell'edificio".
All'interno, lo spazio è
stato
rivoluzionato: è stato
ripristinato l'antico ingresso
nell'atrio dell'edificio, mentre sul lato verso il cortile sono stati realizzati
l'antibagno e il bagno, quest'ultimo con una
parete vetrata opaca che
dà luce anche all'adiacente zona cucina e pranzo. È un bagno piccolo, ma di
design contemporaneo e luminoso. Sul lato
verso la via, è stato
eliminato un pezzo di soppalco, così da avere
uno spazio a tutta altezza, di circa 4,50 metri che dà un'idea
dell'antico volume del locale. "La
pianta è un po' particolare:
il manuale di architettura vorrebbe che, entrando a metà del lato lungo, in un rettangolo lungo e stretto, devi mettere il bagno nel punto più
sfortunato, a metà, e distribuire le stanze a destra e a sinistra.
Ma ho preferito il bagno sul fondo del rettangolo, in modo da avere
poi
un unico spazio più ampio. Sopra c'è una classica stanza da
letto che non ha chiesto particolari attenzioni".
Tutto
l'arredamento è
su misura ed è giocato
per sfruttare ogni minimo
spazio. "Il
tavolo l'ho fatto io, è difficile trovare tavoli così stretti e lunghi, per
cui l'ho fatto su misura, senza capotavola, altrimenti sarebbero
saltati i posti laterali accanto, è un tavolo democratico. Su quel
tavolo, abbiamo preparato i primi progetti di R3, perché questo è
stato il primissimo studio, prima di trasferirci a San Salvario; lo usiamo per mangiare e per lavorare ed è in continua evoluzione: ultimamente ho
aggiunto una lastra di marmo, per utilizzarlo anche come piano di
lavoro in cucina". Su misura anche la
scala, formata da una
trave portante centrale e con scalini di sottili lamiere d'acciaio alte 8 mm, e
la scrivania del piano superiore, che fa anche da ringhiera
del soppalco e "ha una base sopra e sotto, quest'ultima
saldamente ancorata al soppalco; la
seduta è integrata: un cubo su
ruote, che si sposta, viaggia su due livelli ed è anche
contenitore". La
pedana che definisce il soggiorno, anch'essa appositamente realizzata, è
anche una sorta di
sgabuzzino orizzontale: i suoi capienti cassetti
contengono tutto, compreso l'aspirapolvere.
Una delle cose che mi hanno colpito è
il
contrasto dei materiali: la muratura a vista, senza intonaco, solo
pitturata di bianco, la scala nera d'acciaio, gli arredi in legno
chiaro. "Le pareti in realtà sono state '
stonacate': lasciare la muratura a vista è stato un modo di dare personalità all'appartamento, con le pareti lisce non avrebbe avuto lo stesso effetto.
Mi ha ispirato l'
Erasmus in Svezia, amo l'architettura svedese e
questo è un suo tipico elemento. Scoprire la muratura è
stato divertente perché abbiamo trovato di tutto,
persino pietre di fiume, frammenti di granito, mattoni messi di
taglio o di piatto". Praticamente, uno spaccato di muratura
torinese del primo Novecento: l'irregolarità dei corsi è però
un elemento di fascino estetico.
Il contrasto tra i materiali è
una
delle caratteristiche di R3 Architetti. Popescu la spiega con l'interesse per l'uso contemporaneo di materiali freddi e caldi, che richiamano un po' le teorie orientali e, di nuovo, l'architettura scandinava: "L'
Universeum di Gert Wingårdh, a Goteborg, con la sua mescola di materiali spiega un po' quello che nel nostro piccolo tentiamo di fare e approfondire" spiega ancora Alexandru. Ed è
bello sentire parlare un giovane architetto torinese, di formazione
internazionale, di influenze
cosmopolite, portate poi nella nuova
architettura cittadina.
Torino cambia e si trasforma anche così.
Le fotografie sono di R3Architetti.
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