Carlo Mollino e
Carol Rama, per un
viaggio a Torino, alla scoperta del suo ruolo nell'arte contemporanea
italiana. L'articolo è dello scrittore
Javier Montes, pubblicato da
El Viajero di
El País di Madrid. Non è un caso che
il centro di gravità
dell'arte italiana sia a Torino, scrive Montes: "La
vicinanza di
Germania, Svizzera e Francia, le
colossali fortune industriali
torinesi e
una
potente borghesia, colta ed erede della tradizione di mecenatismo
consustanziale alla cultura italiana spiegano in gran parte il
successo e la proliferazione in città di gallerie e centri privati e
pubblici dedicati all'arte contemporanea".
Nella lista, non
solo
Artissima, "la più importante fiera di arte contemporanea in Italia", e il
Castello di Rivoli, "il più famoso, con i suoi favolosi
interni barocchi disegnati da Juvarra e la sua collezione di arte
recente", ma anche la
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo,
particolarmente interessante per gli spagnoli perché nel 2020
aprirà una sede a Madrid, nel
Matadero, con l'intenzione di "prolungare
in Spagna, collaborando con il contesto locale, il lavoro in Italia e
aiutare la produzione e diffusione del lavoro degli artisti giovani
di tutto il mondo". A poca distanza, "nel quartiere
industriale di Borgo San Paolo", la
Fondazione Mario Merz, uno
dei grandi maestri dell'arte povera, nata proprio a Torino, e, poco
più a nord, le
Officine Grandi Riparazioni, in cui si trovano
"mostre, sale multiuso e locali di ristorazione" (ricorda
il Matadero, scrive Montes, e potrebbe essere un'idea per spiegare
questo fascinoso complesso torinese).
Non manca la citazione del
Lingotto, che fu fabbrica della Fiat trasformata da
Renzo Piano "in
un enorme centro commerciale e culturale circondato di giardini, con
inclusa la
Pinacoteca Agnelli all'ultimo piano, con la collezione
d'arte della famiglia che controlla la Fiat". Vale la pena
pagare l'ingresso anche solo per ammirare
la favolosa vista delle
Alpi innevate, commenta il giornalista, e, comprendendo e
condividendo l'intenzione, sì, dalla pista del Lingotto, ai piedi
dell'astronave della Pinacoteca, una delle migliori viste torinesi
sulle Alpi!
Ma il
clou di un viaggio a Torino per l'arte
contemporanea sono le poco conosciute case di
Carol Rama e Carlo
Mollino. Quest'ultima secondo Montes vale da sola il viaggio: è "un
grande appartamento in cui nessuno, neppure lui, ha mai passato una
sola notte: l'ha preparato come
dimora dell'oltretomba, circondandosi
di tutte le comodità necessarie per l'aldilà,
come un faraone
egizio". Il risultato è uno spazio "a metà strada tra un
bordello decadente e gli interni di un incubo di David Lynch"
(capite
perché io amo leggere cosa pensano gli stranieri di noi e
con quali occhi vedono Torino, a quale sintesi sorprendente e
intrigante sanno arrivare??). A poca distanza, la
casa-studio di
Carol Rama, che ha raccolto oggetti, sculture e fotografie pieni di
significati occulti; al momento è chiusa al pubblico, aperta solo
per "i pochi fortunati che
Pier Giorgio Rama, il suo gentile
erede, accetta di ricevere". Queste due case, in cui la
Torino
d'arte, magia e indagine sullo sconosciuto irrazionale si incontrano,
sono la
ragione di un viaggio possibile in città.
Leggendo l'articolo, vi fate un'idea delle
tante
chiavi di lettura che Torino offre ai
suoi potenziali visitatori, se
solo si promuovesse come potrebbe. Io, granata da sempre, mi chiedo
ancora come sia stato possibile che Torino non abbia saputo
utilizzare l'
enorme eco internazionale dell'arrivo di
Cristiano
Ronaldo alla Juventus per presentarsi al mondo e dire, ok, vi
aspettiamo a braccia aperte per le partite di Cristiano, perché
abbiamo tante cose da proporvi in attesa dell'ora X allo Juventus
Stadium. Perché non lo facciamo?
L'articolo di
El País, per chi
capisce lo spagnolo, è su
elviajero.elpais.com.
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