Stavolta ci siamo: il
Parco Dora va
verso il suo completamento! Disegnato ormai una quindicina di anni
fa, sulle rive della Dora, occupate
per decenni dalle industrie
pesanti di Fiat e Michelin, tra via Livorno e corso Principe Oddone,
è uno dei primi parchi industriali italiani. Il progetto, firmato
dal paesaggista tedesco
Peter Latz, sul modello degli
omologhi parchi
della Ruhr sorti su distretti ex industriali, era affascinante: un
parco che mescolasse alberi e prati, sentieri e aree giochi, con le
tracce del passato industriale: il
capannone dove un tempo c'erano
gli altiforni della Fiat e oggi i campi dal gioco per calcio, basket
e tennis; le
alte colonne arancioni di acciaio, che un tempo
sostenevano le coperture del capannone e adesso segnano il ritmo fino
alla
chiesa del Santo Volto,
costruita da Mario Botta e ispirata a un
ingranaggio industriale.
La realizzazione del Parco
non ha seguito
fedelmente il progetto di Latz e, per certi versi è un peccato:
c'erano
canali d'acqua tra le aiuole, che avevano un bell'effetto
scenografico e che sono stati chiusi, perché pericolosi per bambini
e anziani (no comment, davvero); c'erano
alberi che si sono rivelati
inadatti al clima torinese; c'è stata una
devastante crisi economica
che ha costretto a rivedere il progetto e addirittura
la manutenzione
delle aree a verde, ridimensionate a causa dell'impossibilità di
curarle (i bei roseti trascurati nell'area Michelin, le belle vasche
di varia vegetazione nell'area Valdocco Sud).
La
sistemazione dell'area Valdocco
Nord, tra corso Mortara e la Dora, arriva con
un decennio di
ritardo: per lungo tempo la zona è stata utilizzata per collocare la
terra
di scavo del passante ferroviario, quindi per le
sperimentazioni di
pulitura della terra dai metalli pesanti. Adesso, finalmente ci
siamo. Nei prossimi giorni partono i lavori di sistemazione, con
un
cronogramma preciso di un anno di lavori. Si inizierà con il
raddrizzamento di corso Mortara e con la realizzazione di una
rotonda, in corrispondenza della passerella sulla Dora: dalla rotonda
sarà possibile accedere
ai parcheggi dell'ex SNOS, che in questo
stesso periodo
viene trasformato nelle Officine S, nuovo polo torinese del
food. Raddrizzato il corso, inizieranno i lavori di
sistemazione del Parco, che, nella sua parte orientale, ai confini
con corso principe Oddone, terranno conto delle
infrastrutture di
collegamento alla Stazione Dora sotterranea (sì, è prevista anche
lei!); ai bordi del Parco ci saranno infatti ascensori, scale e scale
mobili per l'ingresso alla stazione, che, inserita nel passante
ferroviario, permetterà alle migliaia di abitanti di Spina 3 di
prendere i treni del Sistema Ferroviario Metropolitano, senza dover
raggiungere Porta Susa.
La vegetazione spontanea cresciuta in
questi anni sarà eliminata; al suo posto ci saranno
piattaforme con
accesso attraverso gradini e rampe, sistemate in larga parte
a verde
e dotate di aree giochi. Verso corso Principe Oddone ci sarà anche
una collinetta alta circa 4 metri, da cui si potranno ammirare la
collina di Torino, la Dora e lo stesso Parco, concluso dalla corona
delle Alpi. Sulla sommità della collina passerà anche una
una passerella con struttura metallica
simile a quella delle passerelle del lotto Michelin: collegherà il piazzale d'uscita dalla Stazione Dora con la riva del fiume, passando per la collinetta e il suo belvedere.
Previsti anche
una pista ciclabile
lungo il fiume, da via Livorno a corso Principe Oddone, e
numerosi
percorsi interni, che saranno indicati anche dalla diversa
pavimentazione, quando possibile in simmetria con i percorsi
dell'area Valdocco Sud. Gli
arredi urbani saranno in continuità con
quelli che caratterizzano il Parco: gabbionate metalliche con
riempimento di pietre, recinzioni e parapetti metallici, prati non
irrigati. Gli
alberi piantati saranno ciliegi di fiore doppio (
Prunus
avium florepleno), peri (
Pyrus calleriana), storaci americani
(
Liquidambar styraciflua), tulipiferi (
Liriodendron tulipifera). Tutti di taglia medio grande,
non faranno grandi ombre, in
piazzali che saranno al sole per buona parte della giornata, ma hanno un'
ottima resa scenografica in primavera e in autunno, oltre al
fatto che non richiedono grande manutenzione, la vera ossessione di
chi si sta occupando dei lavori di completamento del Parco Dora.
Verrà creato anche un
corridoio verde di collegamento tra i due
parchi, in modo da incanalare lo sguardo "sulla simmetria
dominante del parco e creare
una barriera verde lungo il corso della Dora visibile dai due ponti contrapposti di via Livorno e
corso Principe Oddone". A comporre questo corridoio verde ci
saranno
siepi di agrifoglio, cotognastro a foglie di salice, cornus,
calicanto e
alberi di nocciolo di Costantinopoli e forsizia
giapponese, entrambi di colori molto belli in primavera e in autunno.
Ci saranno, insomma,
splendidi foliage anche in Valdocco Nord.
Maggiori informazioni, con i dettagli sui lavori, su
bandi.comune.torino.it, da cui sono tratti i disegni dei progetti pubblicati nell'articolo.
Commenti
Posta un commento