Quale futuro si immagina per un grande capannone un tempo
industriale e di architettura affascinante? A
Mirafiori Sud, TNE, la
società che gestisce gli spazi ex Fiat, ha indetto
un concorso per ipotizzare la prossima destinazione d'uso dell'ex DAI, in corso
Settembrini. E, sembra curioso, ma i vari progetti presentati
immaginano quasi tutti un futuro da acceleratore di start-up, di
servizi destinati alla cittadinanza, di centro dell'automotive o di
sede di iniziative culturali. A sintetizzare tutte queste proposte,
c'è stato il
progetto vincitore, selezionato tra
otto finalisti e
scelto, durante il
Festival dell'Architettura 2015, da una giuria
guidata da
Cino Zucchi. E' un progetto firmato dalla cordata
Recchinengineering, a cui partecipano
Land di
Andreas Kipar,
Immagine e Territorio di Livio Dezzani,
Cristiano
Picco,
+Studio e
Roberta Musso.
Nella sua ipotesi di riuso, il
capannone dell'ex DAI, ben
37mila metri quadrati coperti da campate che
raggiungono i
12 metri di altezza, diventa sede di
attività verdi,
con tanto di orti e vivai, di
spazi per artigianato e coworking e di
attività creative, concentrate sui temi dell'automotive, così da
non tradire il passato dell'edificio e dell'area. Il progetto è
caratterizzato da una
grande passerella semicircolare, panoramica,
che non ha lasciato indifferente nessuno.
Il
progetto è stato scelto perché,
spiegano le motivazioni, "il
vasto spazio esistente del capannone ex DAI è conservato nella
potente scansione delle sue campate e dei suoi lucernari, e al
contempo articolato a livello del suolo in una serie di paesaggi di
diversa qualità che rispondono al programma previsto dal bando e lo
arricchiscono di nuovi contenuti. I volumi di forma circolare che
contengono le nuove funzioni – un acceleratore di start up, spazi
per co-working, artigianato, un centro per l’automobilismo e il car
design, spazi per musica e la ristorazione – sono tenuti insieme da
vuoti collettivi di forma libera che connettono gli accessi da corso
Settembrini con il sistema di spazi aperti tra i due capannoni,
aprendo in maniera decisa l’ex stabilimento alla città. La
rimozione parziale dello schermo murario esistente dona una nuova
scala e una nuova presenza urbana alla sequenza di colonne metalliche
che articola il fronte e l’interno, mentre una grande passerella
semicircolare sospesa sopra l’ingresso principale costituisce un
convincente segno architettonico del nuovo ruolo che il complesso
vuole assumere nel quartiere e nella città(...) Lo spazio alberato
esistente dietro il capannone DAI ospita degli orti urbani e un
grande spazio eventi, mentre per l'Ex Gommatura sono previsti un
vivaio e degli atelier.". Del progetto convince anche la
capacità di "perseguire in forma convincente gli obiettivi
richiesti, unendo una visione unitaria dell’intero complesso alla
possibilità di realizzazione per fasi, la conservazione
dell’esistente alla generazione di efficaci icone architettoniche
capaci di guidare la trasformazione di un manufatto così importante
nella storia economica e affettiva della città di Torino".