Via Garibaldi è l'antico
decumanus maximus di Augusta Taurinorum, la
più importante via dell'impianto delle città romane, insieme al
cardo maximus (via San Tommaso). E' curioso come il decumano abbia
mantenuto il suo prestigio e la sua importanza, mentre il cardo abbia
ceduto importanza e visibilità alle vicine, e parallele, via Milano
e via XX settembre: cose di una città con 2000 anni di storia.
Via
Garibaldi collegava la
Porta Decumana, inglobata nell'attuale Palazzo
Madama, e la
Porta Praetoria, posta all'altezza dell'attuale via
della Consolata. La sua posizione privilegiata ha fatto sì che
durante gli ampliamenti cittadini non abbia
mai perso la sua
importanza: si trovava sull'asse che collegava
l'unico
ponte sul Po alla via che portava
verso la Francia, quale altra strada cittadina, tra Est e Ovest, avrebbe
mai potuto mettere in pericolo il suo primato? Nessuna c'è riuscita,
nei due millenni di storia torinese: ancora oggi, che è pedonale da
qualche decennio, via Garibaldi continua a essere
la più importante
via commerciale del centro sulla direttrice est-ovest, è una delle
vie predilette della
passeggiata pomeridiana e una delle preferite
dai turisti in cerca di
shopping,
scorci e immagini d'architettura
(lungo il suo percorso ci sono le facciate di chiese barocche,
sulle vie che l'attraversano sorgono i palazzi con i più bei cortili
rinascimentali (
Palazzo Scaglia di Verrua) e barocchi (
Palazzo Saluzzo di Paesana) di Torino.
A via Garibaldi sono
particolarmente affezionata: ho studiato Storia dell'Urbanistica,
alla Facoltà di Architettura con
Vera Comoli Mandracci, una delle
persone più appassionate della storia di Torino e della sua
trasformazione in capitale, che abbia mai incontrato. La
trasformazione di Torino in capitale dei Savoia aveva grande magia raccontata da lei e il 'raddrizzamento' delle vie medievali di
Torino, che pur avendo l'impianto romano, non avevano la larghezza e
la monumentalità necessarie per le nuove ambizioni, è stato uno dei
punti più importanti delle sue lezioni. I
tre grandi ampliamenti
cittadini, fino a raggiungere la forma di una mandorla imprendibile,
rafforzata dalla Cittadella, e il
raddrizzamento delle vie medievali.
Uno dei raddrizzamenti più importanti fu quello di
Contrada di
Dora Grossa, l'attuale via Garibaldi, che da via commerciale,
stretta, irregolare e insalubre venne mano a mano trasformata, e,
tra
il XVII e il XVIII secolo, assunse buona parte del suo aspetto
odierno: case di
architettura elegante e signorile, con
portoni
spesso monumentali,
chiese sontuose e barocche. E' una via che invita
non solo a guardare i negozi per lo shopping, ma anche a
stare
proprio con il naso all'insù, per scoprire i balconi fioriti, lesene
di ordine corinzio, gli scudi sugli antichi portoni patrizi, le
decorazioni sobrie ed eleganti, gli scorci delle vie laterali, siano
quelli della Contrada dei Gardinfanti, che sanno un po' di Medioevo,
o quelli che portano verso il Quadrilatero Romano, con campanili
inaspettati.
Ieri pomeriggio passeggiavo oziosamente, senza una
meta precisa: il sole era già avviato verso il tramonto e a un certo
punto mi sono trovata a pensare a quanto in via Garibaldi si possa
apprezzare
la monumentalità della prospettiva, come disegno
architettonico: è così lunga e rettilinea da dare l'
immediata
percezione degli edifici che 'corrono' verso il centro del disegno,
Palazzo Madama verso Est e gli alberi di piazza Statuto e, nei giorni
più belli, le Alpi verso Ovest. E in questi decenni di via pedonale
ha accentuato
la sua vivacità: i dehors all'aperto, i
grandi marchi nazionali e internazionali (sono arrivati Casanova e
Kiko, mancano gli store di Inditex, praticamente tutti in via Roma,
ci sono le nuove invenzioni torinesi, da Grom a Savurè), i gruppi di
ragazzi che sciamano per farsi vedere, i turisti che non hanno
bisogno di cartine, quelli che camminano distrattamente con un occhio
allo smartphone, la
luce dorata di fine estate. Mi sono ricordata di
un paio di volte che l'ho
percorsa all'alba, praticamente
deserta,
con il pavimento lastricato
umido per la brina, la corsa dei palazzi verso il centro della prospettiva e poi, da
una luce bianca e lattea, quasi come un'immagine onorica, è apparso Palazzo Madama, sullo sfondo. Magica
via Garibaldi!
Una descrizione degna di "Le città invisibili" di Italo Calvino, Benissimo!
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