Il
Castello di Agliè (TO) è entrato
nell'immaginario italiano grazie alla serie tv
Elisa di Rivombrosa.
Qualche anno fa, c'erano le code per entrare a visitarlo e si
organizzavano autobus da tutta Italia, poi, terminate le vicende del
fascinoso conte Fabrizio e della sua bella e indomita Elisa, anche il
Castello è finito
lentamente nell'oblio, non avendo saputo
approfittare del breve momento di gloria per rilanciarsi come meta
irrinunciabile del turismo intorno a Torino (se volete raggiungerlo
senza utilizzare l'auto, dovete proprio essere fans scatenati, dato che i
pochissimi autobus che collegano Rivarolo ad Agliè partono
esattamente
6 minuti prima dell'arrivo del treno da Torino alla
stazione di Rivarolo... quando si dice "l'Italia potrebbe vivere
di turismo").
Come molti castelli del Piemonte montano e
collinare, anche quello di Agliè ha
origini antiche e nasce come
struttura fortificata per controllare il territorio, grazie alla
posizione strategica. Possedimento dei
conti di San
Martino, una delle più importanti famiglie aristocratiche
piemontesi, il
Castello deve la sua fortuna al più famoso
rappresentante del Casato,
il conte Filippo, una delle figure più
affascinanti del Seicento italiano. Colto, raffinato e di bell'aspetto, Filippo
si distinse in gioventù in varie battaglie, come ufficiale
dell'esercito sabaudo, poi, dopo un soggiorno romano, a cui fu obbligato dal padre causa vita troppo libertina con duelli conseguenti, tornò a Torino
con una passione per l'arte, l'architettura, le conversazioni colte (con lo pseudonimo
Filindo il Costante fu membro dell'
Accademia dei Solinghi, fondata dal Cardinale Maurizio di Savoia). In lui si sintetizza
l'immagine del gentiluomo di corte dell'età barocca, di cultura eclettica, gusti raffinati e una passione per la meraviglia. Su Rotta su Torino
si è già parlato di lui e del profondo legame sentimentale che
lo unì per tutta la vita a Cristina di Francia, la Madama Reale di cui
fu
il più fidato consigliere negli anni della Reggenza, sostenendo
con forza l'indipendenza del Ducato di Savoia dalle mire della
Francia (per questo Filippo si inimicò il cardinale Richelieu, che,
per allontanarlo da Cristina, lo fece arrestare e deportare in
Francia per due anni).
Il bel conte non si preoccupò solo degli interessi dello Stato, ma curò anche
i divertimenti della
sua amata, producendo balletti e scenografie di grande
effetto, si occupò della costruzione e decorazione
del Castello del Valentino e
della Vigna di Madama Reale, lavorando accanto
all'architetto di corte
Amedeo di Castellamonte, in un tandem di cui
non è più possibile ricostruire lo scambio di contributi, scrisse
motti e versi che non sono sempre arrivati a noi.
Negli anni '40 del Seicento, decise di trasformare
il castello di famiglia, ad Agliè, in
un'elegante dimora aristocratica, all'altezza di quelle che stava
facendo costruire a Torino per la Madama Reale. Ad affiancarlo in
questo compito, ancora una volta Amedeo di Castellamonte. Non sono
arrivati a noi né i progetti né buona parte
delle decorazioni realizzate, a causa dei successivi interventi. Quello che sì è
chiaro, è che
Castellamonte e Filippo rivoluzionarono l'aspetto del
Castello, dotandolo di
due cortili, uno chiuso, interno, e un altro a
U verso Agliè; la
facciata della manica che guardava verso il parco e la
pianura torinese ebbe una
composizione monumentale e rigorosa, con due avamposti
laterali e su
una piattaforma che scende verso il parco
con due lunghe scale simmetriche, in uno schema che
ricorda il Castello del Valentino. Della riqualificazione interna
rimane molto poco:
alcune sale,
nella cui cornice superiore sono dipinti
motti e allegorie, cari al gusto di Filippo (li si ritrova anche nel programma decorativo delle residenze private della Madama Reale). Il punto centrale dell'intera opera di
ristrutturazione è il
grandioso Salone da Ballo: sulla volta, in un tripudio di putti, nuvolette e personaggi vari, che non
lasciano riposare la vista in nessun momento, e che suscitano
genuina meraviglia, viene reso omaggio a
re Arduino, a maggior gloria dei San Martino, che da lui si vantavano di discendere, .
Chissà quanto Filippo
riconoscerebbe il suo Castello, se lo vedesse oggi, ma mi piace
l'immagine che ha offerto di lui
Pier Luigi Berbotto in
Le terre della
bellezza e dell'oblio: viaggio in Piemonte, considerandolo il
genius
loci della storica dimora. "C'è un fantasma che ti muove incontro dalle
scalinate del castello di Agliè" scrive Berbotto, spiegando che
è un fantasma che va inteso "come
uno spirito solare e
affabile: sorta di provvido
genius loci, che, lungi dal manifestarsi
in forme più o meno diafanamente umane, preferisce
incarnarsi in
un'idea, un'armonia di linee e volumi, attraverso cui comunicare".
Non è infatti possibile "cogliere appieno lo spirito che animò
le varie fasi dell'edificazione senza rifarsi a quello che fu il
conte Filippo ai suoi tempi: non soltanto accorto uomo politico, ma
anche e, soprattutto, finissimo letterato ed esteta, curatore di
quelle sontuose feste alla corte torinese le cui coreografie recavano
l'inconfondibile timbro del suo gusto e della sua cultura". Così
anche ad Agliè si trovano questi stessi elementi, gli
artifici
coreografici, "
squisiti scorci d'illusione teatrale sembrano
prolungarsi all'interno, perfino nelle parti progettate cent'anni
dopo dal Birago di Borgaro (...). E così ancora oggi,
trascorrendo per saloni e anfratti, capita di sentirti tu stesso
parte attiva della messinscena. Come quando, giunto alla sala delle
Colonne, devi arrestarti di fronte a quello scalone che stavi già
per abbordare a passo spedito e che di colpo scopri semplicemente
dipinto sulla parete, quasi
trompe-l'oeil di un
impeccabile scenario
teatrale".
Il
Castello di Agliè,
in piazza del Castello 1, è
aperto dal giovedì alla domenica ore
8.30-19.30, chiuso gli altri giorni (gli orari di apertura possono
variare, per cui si consiglia di telefonare al numero di telefono
0124 330102 per verificare l'effettiva apertura al pubblico. Il
biglietto d'ingresso al Castello costa 4 euro, ridotto 2 euro per i
ragazzi tra i 18 e i 25 anni, al giardino e al parco 3 euro (il parco
è attualmente chiuso al pubblico), ingresso gratuito per under 18,
possessori tessere dell'Abbonamento Museo e Torino+Piemonte Card.
PS Grazie a
Turismo Torino, che mi ha dato l'opportunità di visitare
il Castello in notturna, qualche sera fa, insieme ad altri giornalisti e blogger, per scoprire questa fascinosissima residenza sabauda dalla storia plurisecolare.
Le due
foto del Castello di Agliè non contrassegnate sono del sito
www.residenzereali.it
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