Per la prima volta, ieri ho visitato
Cheese, la manifestazione di
Slow Food che, tra Bra e Pollenzo (CN), rende omaggio al
formaggio e
fa il punto della situazione sul mondo caseario, presentando non solo
i produttori, ma
una miriade di appuntamenti ed eventi per
approfondire i temi economici, sociali, agricoli, politici, legati al
formaggio (quest'anno
Cheese celebra 20 anni ed è dedicato alle produzioni a latte crudo). Dopo
ore di passeggiate tra piazze e vie cittadine, di
soste negli stand ad ascoltare storie e a sentire commenti in varie
lingue (tanti stranieri non solo negli stand, con produttori
provenienti da tutta Europa e dal mondo, ma
anche tra i visitatori), sono tornata a Torino contenta
per la bella
giornata, per i tanti formaggi, conserve, mieli assaggiati e per gli
acquisti fatti. Qui vorrei indicarvi cinque cose che, se visitate
Cheese, aperto
fino al 18 settembre 2017, non dovete perdervi.
Bra
Cheese
porta via tutta l'attenzione: i Presidi di Slow Food, le storie dei
produttori, gli assaggi di formaggi e abbinamenti, i profumi di
spezie, aromi e formaggi. Ma ogni tanto
alzate lo sguardo sulla
cittadina che ospita e organizza la kermesse
perché vale la pena. Le
sue belle piazze, le sue sorprendenti chiese, i suoi magnifici
cortili, valgono uno sguardo e qualcosa di più. Mi è piaciuto anche
come
tutto il centro storico sostenga Cheese: le vetrine tematiche
dei negozi, i menù speciali in ristoranti e osterie, le decorazioni
nelle strada. Tutto parla di Cheese e lo fa in modo originale e
affettuoso. Scoprite anche Bra!
Il Mercato Italiano
Sotto
una grande tensostruttura, in piazza Carlo Alberto, c'è il Mercato
Italiano:
non solo produttori di ogni tipo di formaggio, ma anche
conserve, vini, marmellate, dolci; dal cannolo siciliano, che impazza
più di tutti, agli aceti di Modena, dalle conserve calabresi ai
formaggi sardi,
la ricchezza della nostra cultura agroalimentare,
gastronomica e creativa, in poche centinaia di metri quadrati. Ho
apprezzato l'atmosfera da mercato, la disponibilità dei produttori,
la convivenza di tante tradizioni diverse, mi ha emozionato la
Bandiera dei Quattro Mori dei produttori sardi, ho comprato le
conserve della famiglia Barbieri, con Enzo e Patrizia che facevano
assaggiare vere prelibatezze dalla Calabria.
I Presidi Slow
Food
Lungo via Marconi, rappresentano un appuntamento
imprescindibile. Anche se alla fine ho comprato una deliziosa
marmellata all'arancia siciliana, nell'affollatissimo stand di Terre di Carusi,
ho
apprezzato tantissimo il miele all'arancia e al mandorlo di Ape Nera
Sicula ("Questo miele lo facciamo solo in Sicilia!"
dicevano a ragione i produttori), il Fiore sardo dei pastori, con il
suo sapore così intenso, le conserve di Fragolina di Sciacca e
Ribera, i grandi pecorini degli Appenini. Arrivando poi
ai Presidi
del Piemonte, vale la pena assaggiare i prodotti di Macagn
(comprati!), il Cevrin di Coazze e, ovviamente, il Castelmagno
d'alpeggio! Ma
non dimenticate i Presidi stranieri: il britannico
dello Stichelton a latte crudo e l'olandese del Boeren Leyden
tradizionale sono stati i miei.
Il Mercato Internazionale
È
stato l'ultimo segmento di Cheese che ho visitato, già in direzione
della Stazione, e quasi rischiavo di perdere il treno del ritorno.
Formaggi, conserve, vini e alcolici da ogni parte d'Europa e del
mondo:
emozionante vedere una accanto all'altra la bandiera catalana
e quella asturiana (in questi giorni poi!), la Union Jack e il
tricolore francese. La Francia e il Regno Unito sono praticamente i
Paesi più rappresentati; ci sono
formaggi francesi di stagionatura
lunghissima e di forme realizzate esclusivamente a mano; ci sono
l'immancabile queso manchego, formaggi stagionati baschi e, a
sorpresa, anche la
sidra asturiana, che se si ha fortuna si riesce
anche ad assaggiare (considerate la folla...); ci sono
sorprendenti
formaggi britannici e conserve speziate di sapori intensi. Da perdere
il treno, appunto.
Le Cucine di Strada e i Food Truck
Nella
Piazza della Birra, Cucine di Strada e Food Truck, c'è
un vero e
proprio inno al sapere gastronomico italiano ed è davvero difficile
selezionare cosa assaggiare e cosa lasciare perdere, perché non si
ha occasione di provare, in una volta sola tante eccellenze e tanta
cultura delle nostre tradizioni regionali. Vi segnalo quello che mi
ha incuriosito, al di là di quello che poi ho assaggiato. Appena
arrivata in piazza, ho notato la coda lunghissima di Quelli della
Bombetta, che propone coni di carta con carne arrostita, contenente
caciocavallo e pancetta (che profumo), poi le focacce liguri,
compresa quella di Recco, le olive ascolane (anche qui coni di
cartone), panini della Granda e arrosticini molisani (che bello
rivedere il Molise!), polpette piemontesi e birra, tante birra!
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