Di tanto in tanto,
Augusta Taurinorum
fa capolino nella
Torino contemporanea, ci ispira emozione e ci
racconta come dovevano vivere i nostri antenati, 2000 anni fa. Dopo
la necropoli ritrovata durante i lavori di costruzione della
nuova
sede della Lavazza, in Borgo Aurora, è stato
un edificio romano a
riaffiorare, durante i
lavori di ristrutturazione del Convento di
Sant'Agostino. Siamo tra via delle Orfane e via Santa Chiara, nel
centro storico di Torino,
nel cuore di quella che fu Augusta
Taurinorum, all'interno delle sue mura e nel
quadrante nord-ovest,
identificato dal decumano (via Garibaldi) e il cardo (via Porta
Palatina).
Qui il
Gruppo Building, che ha già ristrutturato con
successo diversi edifici storici (ricordate
The Number Six,
la casa più bella del mondo?), sta riqualificando il Convento di
Sant'Agostino, per ricavare
eleganti appartamenti di diversa
tipologia (il sito web in cui potete vedere piantine e immagini degli
appartamenti è
www.quadra-to.it/). Il progetto è già di per sé molto
interessante,
una struttura religiosa barocca, che fu anche
conservatorio e tribunale, trasformata in
spazi contemporanei di
design: il ritrovamento di una struttura romana è un po' come la
ciliegina sulla torta.
Dai primi rilevamenti, la parte
sud-orientale del Convento insiste su
un'antica area termale: sono
venuti alla luce diversi ambienti, risalenti
al I-III secolo dopo
Cristo, decorati con
mosaici di grande interesse, tra cui spicca uno grande circa 10 metri per 6,
a tema mitologico, raffigurante il cacciatore Atteone sbranato dai
cani. Gli ambienti sono
quattro e si affacciano su un
cortile
porticato (è stata ritrovata una colonna di laterizi, rivestita da
stucco scanalato), con ampie soglie in pietra in cui si vedono le
tracce di quelli che erano forse cancelli lignei di chiusura. Il
cortile era
aperto sul lato orientale e questo
esclude che l'edificio
fosse una
domus (i peristili erano interni e chiusi sui quattro
lati), lasciando pensare che avesse
una funzione pubblica e
commerciale.
Cosa sarà di questo ritrovamento? L'architetto
Luca
Petrone, presidente del
Gruppo Building, ha assicurato che sarà di
pubblica fruizione, un po' come succede per l'area archeologica
ritrovata nella sede della Lavazza: "Siamo da anni impegnati
nella salvaguardia del patrimonio storico di Torino, al fianco della
Soprintendenza. Il ritrovamento romano ci permetterà di costruire
all'interno di Quadrato
un'area archeologica, che apriremo al
pubblico, in assoluta coerenza con la filosofia dei nostri altri
progetti abitativi di via Lagrange 12 e via Alfieri 6".
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