Quanto contano le atmosfere nella
scelta di un locale in cui fermarsi a mangiare un boccone, a
conversare con gli amici o a passare un pomeriggio di lavoro? Tanto,
contano quasi quanto la qualità di quello che si beve e si mangia,
giusto? Ci ho pensato in questi giorni, in cui per
un paio di volte
ravvicinate sono stata da
EDIT, il nuovo spazio aperto in Barriera di
Milano, in via Cigna 96/15 (vicino al Museo Ettore Fico). Che EDIT mi
appassioni
da un punto di vista architettonico è cosa già nota a
chi legge il blog con una certa frequenza (qui
la presentazione del locale e qui l
l'intervista allo Studio Lamatilde, che ne ha curato la ristrutturazione). Amo la ristrutturazione
che è stata fatta, apprezzo i materiali utilizzati, mi piace
l'atmosfera che è stata creata per ogni locale che compone l'intero
spazio.
Mi ha sempre
attirato la Caffetteria, perché è il primo
locale che si incontra e dà il primo impatto, perché ha cercato di
preservare
l'identità industriale addolcendola con la presenza di
piante e di materiali 'caldi' come il legno o il velluto. E così
la
mia prima volta da EDIT, Caffetteria è stata. Ed è stata una
bella
esperienza. Innanzitutto l'atmosfera, come già anticipavo. Stavolta,
però,
non l'atmosfera da rivista, con il design e i colori curati e
tirati a lucido,
ma quella delle persone: le conversazioni
a bassa
voce, i tavoli di legno occupati da chi ha
una tazza di tè e un
computer davanti, i divani disposti a salotto
animati da persone di
ogni età, da coppie e gruppi di giovani, che consumano la merenda e
chiacchierano, il
servizio gentile e rapido dei giovani camerieri, la
musica a basso volume (meno male, perché non era neanche il mio
genere), ma pronta a fare da piacevole compagnia. Insomma,
un'
atmosfera da relax, bella per chi sceglie la Caffetteria per un
pomeriggio di lavoro, e per chi vuole farsi quattro chiacchiere con
gli amici.
Un posto slow, come si direbbe, di quelli che a me
piacciono proprio perché danno
la possibilità di scegliere: consumo
rapido e poi di nuovo in strada o consumo tranquillo, con tutto il
necessario per godersi il tempo (ai tavoli dei salottini
ci sono
anche le riviste, per cui se decidete di andare da soli, EDIT vi
offre anche un'opzione).
In entrambe le occasioni ho scelto
un
infuso e una brioche. Gli infusi si scelgono al bancone in una
selezione che punta soprattutto sui tè: io ho scelto
un infuso ai
frutti rossi. Le brioche sono
preparate artigianalmente dai cuochi di
EDIT, la cucina è a vista, dentro ci sono due o tre giovani che
lavorano senza sosta e che le brioche siano artigianali
si sente e si
apprezza. Sono
burrose, ma nel senso buono, non capite male: si
sentono
i sapori, anche quello del burro, e si mangiano con più
gusto, anche se forse la
marmellata è un po' troppo abbondante e
rischia di prendere il sopravvento. Buoni anche i biscottini, che vengono serviti con il tè e che hanno
un sapore di casa in genere negato ai prodotti industriali (si sentono gli ingredienti utilizzati, l'uovo, il burro, il cacao). Ecco, una
cosa che si apprende nella Caffeteria di EDIT è anche
la scoperta di
sapori altrimenti dimenticati. Atmosfera rilassante e accogliente,
prodotti artigianali e gustosi,
un posto in cui tornare una volta e
un'altra ancora!
PS Non ho foto delle mie merende da EDIT, per
una ragione sola: ero con altre persone e non ci ho pensato. Capita!
Le foto, fornite dallo Studio Lamatilde.
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