È una
mostra piccola, di pochi manufatti, ma è preziosissima,
perché, anche se sembra banale, non conta la quantità, ma la
qualità. Se avete amato la mostra
Genio e Maestria. Mobili edebanisti alla Corte Sabauda tra Settecento e Ottocento, non rimarrete
indifferenti a
Il Piffetti ritrovato e altri capolavori, che
nella Sala dei Paggi, rende
omaggio a
uno dei più grandi ebanisti del Settecento europeo,
Pietro
Piffetti.
Come nessun altro
seppe influenzare alla corte sabauda il gusto con una
sfarzosità elegante,
basata sull'a
bilità degli intarsi, su una
profonda conoscenza
culturale delle tecniche e dei temi decorativi, sull'
uso
dell'architettura applicata agli oggetti. In mostra c'è
un cofanetto
piccolo e preziosissimo, proveniente
da Palazzo Reale, con un gioco
di intarsio di avori e con una sinuosità di linee che rivelano
quanto fosse
complessa la progettazione di un oggetto all'apparenza
semplice: è un cofanetto ed è una piccola architettura. Non lascia
indifferenti il
grandioso paliotto realizzato per la
chiesa di San
Filippo Neri di Torino, il vertice, probabilmente, dell'arte di
Piffetti: gli intarsi di madreperla prevalgono su tutti gli altri
materiali e accompagnano le scene religiose, cariche di personaggi e
scene bibliche;
lo sguardo non riposa mai, tutto parla
dell'incredibile abilità di Piffetti nell'uso dei materiali,
nell'equilibrio tra le diverse decorazione,
nel continuare a
suscitare meraviglia, nel secolo in cui il Barocco cede alla Ragione.
Se il paliotto (già visto
alla mostra La fragilità della bellezza, sempre alla Reggia di Venaria Reale, ma qui con
tutto un ambiente per sé) si porta via tutti gli sguardi, ci sono
anche
due magnifiche scrivanie; quella realizzata
per il Duca del
Chiablese è un doppio corpo di fascino grandioso, la ragione, in
fondo, di questa mostra. La sua storia avventurosa lo ha portato
illegalmente all'estero, fino al recupero avvenuto nel 2018 da parte
dei
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino. Per
celebrare il suo ritorno in patria e nel Palazzo per cui fu
realizzato, Palazzo Chiablese, è nata questa mostra,
un omaggio
intenso a Pietro Piffetti e alla sua arte straordinaria.
All'inizio
della mostra c'è anche
un bel video, piuttosto breve, utile a
introdurre nella Torino del Settecento e nella raffinata Corte dei
Savoia; c'è anche
una breve galleria di immagini delle opere di
Piffetti e della loro
diaspora, iniziata quando la capitale del Regno
d'Italia fu spostata a Roma e i Savoia si portarono via parte degli
arredi delle loro Residenze piemontesi.
Al Quirinale, ancora oggi,
una magnifica libreria di Piffetti dà vita e identità a un'intera
sala. Straordinario artista, preziosa mostra.
Il Piffetti
ritrovato e altri capolavori è nella Sala dei Paggi della Reggia di Venaria Reale,
fino
al 19 dicembre 2019. L'
orario di apertura segue quello della Reggia:
martedì-venerdì ore 9-17; sabato-domenica-festivi ore 9-18.30. Il
biglietto costa 6 euro, ridotto 4 euro per over 65, 2 euro per 6-20
anni e under 26; gratuito per under 6 e possessori della tessera
Abbonamento Musei.
Tutte le info su
www.lavenaria.it.
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