Una delle
più importanti
riqualificazioni di complessi un tempo industriali realizzate
in
Barriera di Milano è quella dell'
ex INCET. Nll'isolato compreso tra
via Cigna, corso Vigevano, via Banfo e via Cervino, c'era un tempo
l'
Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino (INCET), che aveva
costruito un
edificio formato da tre maniche parallele, unite agli
estremi da un corpo di fabbrica dalla facciata unica. Dopo il
trasferimento delle attività industriali a Livorno Ferraris (VC), il
complesso di Barriera di Milano è stato
abbandonato per anni e ha
avuto anche la curiosa funzione di ospitare i
reperti dei reati
commessi a Torino.
"C'erano automobili e reperti vari
accatastati, senza un ordine, tutti impolverati; non era stato alcun
lavoro di manutenzione del fabbricato. Era davvero impressionante
entrare nei capannoni dell'ex INCET e vedere lo stato di incuria in
cui si trovava" ricorda
Walter Sclavo, che ha diretto il lavoro
dei cantieri
per il Comune di Torino. E' stato infatti il Comune a
prendere in mano la situazione e a inserire l'ex INCET
nel Programma
di Urban Barriera, per promuovere
la rigenerazione urbana del
quartiere. Il programma di riqualificazione dell'ex INCET ha
destinato le varie maniche del complesso industriale a
usi diversi.
Nella parte più orientale c'è adesso una
Caserma dei Carabinieri,
aperta nel 2014 e ci sarà presto
un asilo, costruito
ex novo alle
spalle della Caserma. Il
fronte meridionale ospita al piano superiore
Open Incet, uno spazio dedicato ai progetti innovativi e alla
ricerca, mentre al piano inferiore ci sarà un
bar ristorante, aperto
sia verso la città che verso l'interno, nella grande piazza coperta.
"La piazza è
uno degli elementi architettonici più interessanti
dell'intero progetto" dice Sclavo "era il capannone
centrale dell'INCET, il nostro progetto lo ha liberato delle
coperture, lasciando solo le capriate in cemento, e abbiamo ottenuto
un doppio risultato. Da una parte abbiamo dato luce e aerazione alle
maniche che si affacciano sulla piazza, dall'altra abbiamo uno spazio
interno per attività culturali e vero e proprio punto d'incontro.
L'idea è fare di questo elemento
una sorta di Cortile del Maglio: si
potranno organizzare concerti, incontri, conferenze, utilizzando
anche gli elementi di arredo urbano che daremo ai gestori del
complesso".
Sulla piazza coperta si affacciano la
manica
occidentale, venduta a
privati e destinata ad attività commerciali e
a residenze (si parla di grandi loft al piano superiore), e la
manica orientale, in cerca di un gestore per attività creative; la superficie è di circa 4mila metri quadrati. Il
bando
pubblico per la concessione degli spazi dell'ex INCET scadrà il
30
marzo 2016 e chiede un progetto di gestione che preveda "un
insieme coerente di attività in grado di offrire servizi con
un
alto valore aggiunto per la collettività,
non solo a scala di quartiere ma su tutto il territorio cittadino.
Più il progetto di gestione sarà convincente, maggiore sarà
l'
abbattimento del canone di affitto previsto. Come unico vincolo, il
progetto dovrà includere la gestione del bar ristorante e di uno
spazio destinato alla professione del culto da parte delle
confessioni religiose minoritarie presenti in città" spiegano
dal sito web di Urban Barriera.
L'
assenza di un vero e proprio
committente finale e l'
impossibilità di conoscere la destinazione
d'uso finale degli spazi è stato un problema: "E' molto
difficile progettare se non sai che uso si farà di quegli spazi. Che
peso dovranno sopportare le solette? Dove serviranno le prese
elettriche, e dunque, come gestire gli impianti? Servirà più o meno
luce? Tutte domande importanti nella progettazione, ma di cui non
avevamo risposta. Così abbiamo realizzato
spazi molto
standardizzati, che fossero poi
facilmente modificabili in base alle
esigenze dei loro gestori" spiega ancora Sclavo. Per la
riqualificazione sono state utilizzate
le tecnologie più moderne per
garantire
risparmio energetico e
isolamento acustico. Durante la
conversazione con Sclavo, dopo uno degli Open Day di febbraio,
c'erano lavori in corso nella manica occidentale, che rendevano
impossibile parlarsi nella piazza coperta, ma nelle sale della manica
orientale, con le finestre chiuse, non arrivava alcun rumore, grazie ai moderni serramenti. Le
persiane alle finestre sono veneziane orientabili, in base alle
esigenze di luce degli utenti. Il
riscaldamento al piano terra è a
pannelli radianti; al piano superiore, essendo i pavimenti
galleggianti, si sono preferiti gli impianti ad aria, che sono ben
visibili e ricordano nei vari ambienti l'antico passato industriale.
La manica orientale, un tempo capannone unico, è stata
divisa in tre parti con la realizzazione di due colonne di scale e ascensore, che ripartiscono
i percorsi
interni su due piani (su un lato c'è anche un piano ammezzato. Le
sale dei piani superiori hanno anche un tetto con
una magnifica serie
di capriate di cemento e sono molto luminose (sul lato orientale
regalano anche belle viste sulla collina e su Superga); quasi tutte
le sale sono dotate di
servizi indipendenti. Al centro della manica,
c'è un
magnifico salone a tutt'altezza, che ricorda come doveva
essere stato il capannone in origine, con le sue travi di cemento per
il controsoffitto, le ampie aperture luminose; il Comune ha
immaginato come destinazione d'uso possibile anche
concerti e
spettacoli (i fari luminosi di cui è dotato rispettano la normativa dell'illuminazione per gli spettacoli) e davvero non si fatica a immaginarlo come spazio di
socializzazione, tra apericene e musica.
"Tutti gli spazi
possono essere immaginati per vari usi; ci possono essere studi di
artisti e creativi, scuole di danza e di teatro, associazioni che
organizzano corsi per la collettività. E' la forza dell'ex INCET,
che è
molto duttile nella composizione degli spazi, ed è stato il
limite per noi progettisti, che abbiamo dovuto considerare
tutte le
varianti nel progetto, senza tralasciare la preziosa eredità storica
dell'edificio. E' stata una
sfida faticosa, ma penso che sia stata
vinta perché gli utenti finali si troveranno spazi all'avanguardia
per tecnologie, contiamo di ottenere la classe A o B per il risparmio
energetico, e impiantistica e potranno facilmente adattarli alle loro
esigenze" conclude Sclavo.
Quest'articolo è stato inserito nell'ebook Ex edifici industriali a Torino - Le trasformazioni del XXI secolo
Gli articoli dedicati alle fabbriche ex industriali riconvertite:
-
Il progetto del BasicVillage, un villaggio aperto al quartiere - 22 febbraio 2016
-
Il progetto dell'ex Tobler, per un nuovo modo di abitare - 8 febbraio 2016
-
Il Museo Ettore Fico, nell'ex SICME: dal buio alla luce - 1 febbraio 2016
-
La Fondazione Merz, nell'ex centrale termica della Lancia - 25 gennaio 2016
Commenti
Posta un commento