Quando, abbandonate le attività
produttive, la FIAT ha deciso di fare del Lingotto un nuovo centro
polifunzionale, l'intera area circostante ha subito
profondi
cambiamenti. Per esempio, sul suo lato settentrionale, il grande
stabilimento automobilistico confinava con la
Carpano, storica casa
produttrice del vermouth torinese. L'abbattimento di alcuni
fabbricati del Lingotto, per realizzare il progetto di Renzo Piano, ha
lasciato come 'facciata', il
muro cieco divisorio tra Lingotto e
Carpano. E, se si pensa che il muro si affacciava proprio su quella
che il Piano Regolatore prevedeva come una
nuova via, prosecuzione di
via Biglieri, la visione di un
lungo muro senza aperture non era
delle più auspicabili. Meno male che sono intervenuti i
piani di
riqualificazione anche del complesso della Carpano.
Trasferita
l'attività produttiva a Milano, infatti, l'amministratore delegato
dell'epoca
Armando Mandelli, aveva intenzione di valorizzare la
struttura, sviluppatasi lungo l'intero XX secolo. Mandelli ha perso poi la vita in un incidente aereo, ma il
suo progetto di valorizzazione è andato avanti. All'inizio del XXI secolo, lo
Studio Negozio Blu Architetti
Associati ha iniziato a esplorare la possibilità di trasformare lo
storico complesso in una sorta di
polo del gusto. Poi,
nel 2003, il Comune di Torino ha
dato il via alla trasformazione dell'area in un
Parco tematico
Enogastronomico; il nuovo Piano Particolareggiato del Lingotto ha
previsto, oltre alla creazione della nuova via, tra il Lingotto e la
Carpano, anche la realizzazione di una
grande piazza pubblica
pedonale.
Nel 2004, la realizzazione del Parco Enogastronomico,
destinato ad attività culturali, di vendita e di degustazione di
prodotti alimentari,
viene assegnata a Eataly, attraverso un bando
pubblico.
"E' stata la svolta" ricorda adesso
l'architetto
Gustavo Ambrosini dello Studio Negozio Blu Architetti
Associati "l'area aveva una destinazione d'uso chiara e Oscar
Farinetti condivideva l'idea di valorizzare la struttura su cui
avevamo lavorato. Definire il progetto di Eataly con lui è stato
facile, per noi". Il progetto per la creazione degli spazi di Eataly rimane
alla Negozio Blu Architetti Associati e viene sviluppato da due delle
professioniste dello studio, Cristiana Catino e Paola Gatti.
All'interno dell'ex Carpano, trovano spazio oggi non solo Eataly, con
le sue attività didattiche e di consumo e i suoi uffici, ma anche il
Museo Carpano, una
sala conferenze e una
foresteria. Il Museo si trova al piano superiore e se passate da Eataly,
merita una visita, per la
bella storia che racconta e per i
numerosi oggetti per la produzione del vermouth che conserva e illustra.
"Per raccontare il progetto, però, dobbiamo
partire dal passato" spiega l'architetto Ambrosini "il
nucleo originario della Carpano non è nato sul filo di via Nizza,
dove vediamo adesso la bella facciata di gusto eclettico, ma
all'interno dell'isolato, intorno a quello che è attualmente
il
cortile più interno rispetto a via Nizza; nell'isolato non c'era
solo l'impianto industriale, erano presenti anche
varie case
d'abitazione. Nel tempo, queste case sono state inglobate dalla
Carpano, che si è ampliata verso via Nizza, seguendo
percorsi
interni dell'isolato, e poi verso il Lingotto. Nei suoi ampliamenti,
ha mantenuto
uno stile architettonico sostanzialmente omogeneo, con
l'uso di pilastri in cemento armato e laterizi. L'
ampio ingresso, che si vede oggi sulla facciata di via Nizza, fu aperto come
passo carraio solo negli anni 50,
dunque, la storia ci spiega che
la Carpano non nacque per 'guardare'
sulla via, e che lo sviluppo intorno alle corti fu il suo tema
principale".
Su queste due conclusioni, è nata
la
ristrutturazione del complesso, per la quale è stata fondamentale
anche la nuova piazza pedonale che guarda al Lingotto: "Abbiamo
riorientato il complesso, trasformando il lungo
muro cieco nella
facciata principale di Eataly, una sorta di soglia tra piazza
pubblica e piazza privata. Abbiamo aperto la parete con la vetrata
dell'ingresso e due grandi vetrate, leggermente aggettanti, che
identificano
due degli spazi interni più importanti, il Museo e la
Sala Conferenze; il colore scelto è stato il
rosso mattone, che
richiama i laterizi del complesso". I percorsi interni dell'antica Carpano sono stati
trasformati nell'
asse principale di Eataly, intorno al quale si sviluppano le
attività siano il mercato, la biblioteca, i
ristoranti e le isole tematiche del piano terra o il Museo, la
foresteria o gli uffici, al piano superiore. "Le due corti e le vie che le
collegavano sono state
coperte con vetrate luminose, accompagnate
dagli
impianti a vista; impianti che sono a vista anche nel resto
della ristrutturazione.
Su quest'asse distributivo si trova il
mercato, con le sue bancarelle e i suoi chioschi, e si affacciano le
varie isole tematiche di Eataly: la carne, il pesce, i formaggi, la
pasta, che offrono sia l'acquisto che la consumazione di questi
prodotti; le isole si trovano in quelli che furono i laboratori della
Carpano e ricordano un po' questa funzione, in fondo. Nei
cortili
abbiamo ricreato come delle
piccole piazze, luoghi di socializzazione
con bar, caffetterie e tavolini".
La
parte più complessa
della progettazione è stata "la realizzazione delle isole, il
raccordo tra gli spazi esistenti e le scale ai piani superiori, così
da creare insiemi coerenti; c'è stato un lavoro di cucitura
dell'esistente che è stato molto impegnativo e interessante".
Ma, a giudicare dal suo racconto, l'
intera riprogettazione degli
spazi è stata molto interessante: "In quel complesso, c'è
la storia di
una delle invenzioni e delle eccellenze che hanno reso Torino famosa,
il vermouth. Tutto, nell'antica Carpano parlava del vermouth, persino durante il cantiere,
si
respirava ancora il suo profumo, i materiali ne erano impregnati, è
stato impressionante. Avevamo chiaro che questa storia
non doveva
andare perduta e che gli elementi architettonici più significativi
dovevano fare parte della nuova vita del complesso e Farinetti è
stato subito d'accordo con quest'idea. E' molto bello che al piano
superiore si sia voluto dedicare ampio spazio al Museo, che
ripercorre la storia della Carpano, con numerosi strumenti utilizzati
per la produzione del vermouth. Nell'atrio si possono vedere
i
pilastri della Carpano, con il loro marchio; nella biblioteca, alla
destra di chi entra a Eataly, c'è
una grande cisterna, affiancata da
una preziosa scala a chiocciola, che ricordano il passato
dell'edificio e costituiscono un elemento di indubbio fascino e
curiosità per chi non conosce la storia del complesso".
Eataly
ha festeggiato da poco i
nove anni di apertura. Dopo tanti anni di
funzionamento, gli architetti che hanno progettato il passaggio da
fabbrica del vermouth a polo dell'eccellenza alimentare piemontese e
italiana, cambierebbero qualcosa del loro lavoro? Ambrosini ha
qualche difficoltà a rispondere, ma sostanzialmente no, perché,
spiega, è stato un progetto "
duttile, che si è ben adattato ai
cambiamenti che sono stati proposti dalle attività di Eataly, ed è
stato
accettato sia dal quartiere che dalla città, diventando un
punto di riferimento. Significa che andava bene come l'abbiamo
pensato".
Quest'articolo è stato inserito nell'ebook Ex edifici industriali a Torino - Le trasformazioni del XXI secolo
Gli articoli dedicati alle fabbriche ex industriali riconvertite:
- Il progetto dell'ex SNOS: la galleria ponte tra passato e presente - 14 marzo 2016
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