L'architettura del paesaggio
al Parco Mennea, delle riqualificazioni all'
AC Torino Hotel byMarriott, delle ristrutturazioni nelle
Casa tra glialberi e
Casa Okumè, il design negli appartamenti in affitto e
pertanto non modificabili in
Casa Pomba. Questo 'viaggio' negli spazi
aperti da
Open House Torino nel 2017, che si avvia verso la
conclusione (non vi perdete le bellissime novità di OHT 2018, il 9 e
10 giugno 2018, che vi racconterò nelle prossime settimane), ci ha
mostrato le
tante declinazioni dell'architettura in città.
Casa
Baloire ne racconta un altro aspetto: il
restauro. Nel quartiere
San
Donato, dove ancora arrivano le influenze
liberty di corso Francia e
dell'adiacente Cit Turin, Casa Baloire, che sarà
aperta anche per
Open House Torino 2018 (9 e 10 giugno, sabato mattina e domenica pomeriggio), è
stata costruita
nel 1911; è una
palazzina a due piani,
caratterizzata in facciata da
un bow-window che termina come una
piccola torre, dividendo in due la facciata, da una parte un volume
più basso, dotato di balcone coperto da un tetto ligneo aggettante, dall'altro uno dalla decorazione più
dichiaratamente
liberty. Impossibile non notarla e non apprezzarla,
passando in via Le Chiuse.
Per decenni Casa Baloire è stata
abitata da
Norberto Vairano sr, Presidente dell'Ordine degli
Architetti negli anni 50, che aveva lì anche lo studio. "Andavi
a trovarlo e incontravi personalità che hanno fatto la storia
dell'architettura e del design, in un periodo floridissimo e
affascinante" ricorda il nipote Norberto Vairano jr, che gli è
succeduto e anche lui ha avuto abitazione e studio nella palazzina.
Nel 2014, ha venduto la casa all'attuale proprietario e si è
occupato
del restauro e della rifunzionalizzazione. "È
stato un piacere enorme per me, perché non avevo mai avuto i mezzi
per poterla ristrutturare, praticamente la palazzina
non era mai
stata restaurata dalla sua costruzione" racconta
Vairano."Rileggere le travature e gli intonaci originali,
accostare le nuove tecnologie e i materiali di allora è stato un
lavoro davvero affascinante. La
cosa bella del restauro è studiare
come sono state fatte le cose per riproporle nuove, così com'erano
state pensate, nel rispetto di tutte le normative e con il passaggio
di tutti gli impianti, ma
lasciando quelle stesse sensazioni. Alla
fine la sfida di un restauro è questa."
Con questo
approccio, sono stati recuperati
i disegni del progetto originale. "Con l'intervento sulle facciate e la rifunzionalizzazione degli
abbaini, abbiamo voluto
ridare quello spirito che aveva
contraddistinto tutto l'asse di via Le Chiuse, via Cibrario verso
corso Francia, che ha tanti episodi
liberty. Anche per questo Casa
Baloire andava recuperata e riportata al suo splendore; quando
abbiamo finito l'intervento abbiamo avuto
tante testimonianze degli
abitanti più anziani del quartiere, felici del restauro e di vedere la casa come nuova". Sono stati
recuperati i colori originali, sono
stati
valorizzati i decori delle facciate "con materiale
adeguato", si sono
restaurate le pavimentazioni di palchetti
molto elaborati. "Abbiamo recuperato anche i marmi originali
degli anni 20, facendo un grande lavoro per mantenere gli impianti in
parete, per recuperare i termosifoni, tutti originali. Abbiamo voluto
avere il
massimo rispetto per l'atmosfera, per la lettura degli spazi
e delle finiture".
La palazzina ha un passato che ricorda un
po'
Dontown Abbey e che Vairano racconta con un filo di divertimento.
Il disegno della casa prevedeva
locali di servizio come le cucine o
la lavanderia al piano
interrato, quindi la zona giorno, al piano
terra, con una
monumentale scala lignea che collegava alle camere da
letto del piano superiore; una scala di servizio, sistemata nella
torretta, collegava
l'interrato con il sottotetto, dove viveva la
servitù, mentre un portavivande collegava le cucine con il piano
nobile: "In dimensioni contenute c'era
una sorta di divisione
delle classi sociali che si trovava negli antichi palazzi nobiliari,
anche se qui siamo in un contesto borghese e agiato" commenta
l'architetto. L'intervento di restauro ha lasciato alla grande scala
di legno la sua funzione di collegamento, tra la zona giorno del
piano terra e il primo piano; le antiche scale di servizio collegano
adesso i
diversi appartamenti che sono stati ricavati, non solo
quello familiare, ma anche uno per gli ospiti e, novità che segna la
nuova identità di Casa Baloire, un
Bed and Breakfast, ricavato nel
sottotetto, in parte mai utilizzato prima come abitazione ("Abbiamo
consolidato la parte abitata in passato dalla servitù e abbiamo
ridisegnato quella usata solo come magazzino").
La scala lignea prima (sin) e dopo il restauro (des)
Il
B&B ha un
soggiorno con affaccio nel delizioso
terrazzino, recuperato a nuova
vita, quindi c'è un angolo cottura, una camera da letto e un bagno
con sauna. Una delle
chicche del restauro è anche una
vasca nella
torretta: "Nell'appartamento indipendente del primo piano,
abbiamo collocato il bagno in quella zona, così abbiamo sistemato
una vasca di quelle che sali qualche gradino per entrarci dentro nel
bow window: un momento di relax di cui si po' godere guardando alla
finestra, è stata una creazione intrigante".
Vairano dice
una cosa interessante per il
rapporto tra involucro antico, di cui si
sono ricostruite le funzioni, senza perderne l'identità, e il
design
moderno, che si nota soprattutto nei locali del Bed & Breakfast,
arredato grazie a "una
collaborazione con la Lago, che poi ha
inserito Casa Baloire nel suo circuito di strutture ricettive da loro
arredate". "È un rapporto che bisogna sempre
gestire con
cura e lo trovo moralmente autorizzato
negli spazi mai utilizzati,
come magari il sottotetto. Lì era giusto denunciare una
contemporaneità, dichiarare che li
stai vivendo per la prima volta; negli ambienti già abitati, invece, il
passaggio è graduale, ci sono pezzi storici come i lampadari che abbiamo
mantenuto o certi arredi originali, accostati a elementi più
contemporanei". La zona interrata è entrata
nella nuova dinamica con la realizzazione di una
tavernetta, con un
locale
sauna, "una modernità autorizzata dal fatto che prima
non erano locali abitati". Un bel
concetto che ritorna nel
discorso di Vairano e che lui pensa gli sia stato trasmesso "più
attraverso la progettazione, che le parole, negli anni di lavoro
con
Oscar Niemeyer o
Andrea Bruno". Quella sorta di lezioni
silenziose del lavoro a bottega, che alla fine segnano davvero
l'identità di un professionista.
Quali
i segni più importanti di
quest'edificio, secondo l'architetto Vairano, quelli che i visitatori
di Open House Torino non dovrebbero perdere? "Il segno
principale è
la scala di legno, che collegava il piano terra, la
zona giorno, con le camere da letto al piano superiore; la cosa
interessante è come adesso abbia
maggiore protagonismo, inserita nel
soggiorno familiare, mentre prima si trovava in spazi di passaggio.
Se potete,
guardate in alto, c'è una
Minerva
affrescata, illuminata dai grandi finestroni affacciati sul giardino.
È un'
atmosfera bellissima, che non fa pensare di essere a
4 minuti
da piazza Statuto". Adesso lo sapete, se visitate Casa Baloire
non perdetelo!
Le foto,
dal sito ufficiale di Casa Baloire, i disegni, dall'architetto Norberto Vairano. Grazie!
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